Il Reiki è una pratica spirituale di origine giapponese.
E’ una tecnica di cura, per il trattamento di disturbi fisici ed emotivi. Il praticante è in grado di raggiungere uno stato di equilibrio psicofisico e guarire da problematiche che coinvolgono tutti quei meccanismi associati alla sfera mentale.
Il concetto cardine, è quello di Energia Vitale di cui l’Universo è intriso. Una persona iniziata alla pratica, apprende come acquisirla e farla fluire in se. In questo modo ne trae i benefici. Successivamente può rilasciarla su chi ne ha bisogno. Il Maestro Reiki è una figura, che ha deciso di mettersi al servizio della collettività, in grado di donare energia. Chi la riceve, ha a sua volta la possibilità di raggiungere il livello di benessere fisico e psicologico.
Fondamentalmente, è una forma terapeutica. Parte integrante di un’insieme di pratiche, definito Medicina alternativa.
La comunità scientifica non riconosce il Reiki. E’ considerato non ortodosso e privo di efficacia. Al pari di tutte quelle forme di terapia alternativa, la medicina convezionale lo classifica come un metodo di cura, che può pericolosamente influenzare un individuo, mettendolo nella condizione di abbandonare rimedi testati, privilegiando cure alternative prive di alcuna prova scientifica.
Cenni storici
Il concetto di Reiki nasce intorno al 1920. Fondatore della disciplina fu il giapponese Mikao Usui. Sviluppò la tecnica, dopo un periodo di meditazione ed eremitaggio sul Monte Kurama. Nel 1922 Usui si recò a Tokyo, dove fondò il primo Reiki Ryoho Gakkai, un gruppo di un centinaio di persone che si incontravano periodicamente per mettere in pratica il Reiki.
Alla morte di Usui nel 1926, un suo allievo Chujiro Hayashi, formò una propria associazione e amplificò il concetto di Reiki come metodo di cura e terapia fisica. Successivamente un altro discepolo di Usui, Hawayo Takata viaggiò per il mondo e portò la pratica del Reiki in Occidente.
L’etimologia della parola Reiki, è data dall’abbinamento delle due sillabe “Rei” (spirituale) e “ki” (energia).
Chiunque può praticarlo. Deve essere iniziato alla tecnica da un maestro di livello esperto (livello Shinpiden); seguono vari livelli di apprendimento e un allievo partendo dal primo può riuscire a salire e raggiungere livelli più alti.
Principio del Reiki
Il presupposto alla base della disciplina, è quello che vede la malattia, in ogni sua forma, come manifestazione sul piano fisico, di uno squilibrio energetico. Un trauma, l’alimentazione, l’ambiente circostante, il clima, ogni cosa può dare origine ad un blocco energetico; il risultato di tale blocco è la malattia.
Il Reiki è considerato un mezzo, che permette ad un individuo di liberarsi dai blocchi energetici, ristabilire un flusso corretto, ripristinare l’armonia tra il corpo e la mente.
Concettualmente esistono due livelli di energia, entrambi partoriti dai due possibili livelli di emozioni insiti nell’uomo: emozioni positive e emozioni negative.
Emozioni positive quali felicità, amore, tranquillità, rispetto, appagamento, pace, producono tutte una quantità di energia pura. Di contro, abbiamo emozioni negative come rabbia, avidità, ira, cattiveria, stati d’animo altrettanto potenti, che producono energia impura. Le emozioni negative sono molto forti; entrate in contatto con un individuo, lo infettano, creando uno squilibrio energetico. Diventa necessario pertanto ristabilire l’equilibrio, immettendo altra energia. Il fine è quello di raggiungere ciò che è chiamata “guarigione spirituale“.
Scontro tra Reiki e Comunità Scientifica
Come detto il Reiki, non è accettato dalla moderna Medicina. Da quando la teoria si è diffusa, è nato lo scontro tra fautori e contrari.
I detrattori sottolineano con forza l’inefficacia del metodo e la mancanza di prove a sostegno della tesi. Quando è stato effettivamente riscontrato un effetto benefico, è stato semplicemente associato al più conosciuto “effetto placebo“.
In un articolo pubblicato nell’Aprile del 2008, sull’ “International Journal of Clinical Practice”, dal titolo”Effects of reiki in clinical practice: a systematic review of randomised clinical trials” (Effetti del Reiki nella pratica clinica: una revisione sistematica di studi clinici casuali) i dottori Lee, Pittler e Ernst studiarono con occhio critico, una serie di casi che vedevano ansia, depressione e malattie psicosomatiche in primo piano. Solo per alcuni di questi casi, l’applicazione del Reiki sembrò aver portato benefici (il link del documento è – http:// onlinelibrary.wiley.com /doi/10.1111/ j.1742- 1241. 2008. 01729 .x /abstract – il documento si può scaricare, in formato pdf, al costo di circa 15 dollari).
Altri casi di studio del 2015, sotto la supervisione dei dottori Joyce e Herbison, condotti su giovani adolescenti, ai quali vennero diagnosticati depressione e ansia, e riportati in una pubblicazione dal titolo “Reiki for depression and anxiety” (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25835541) non evidenziano nessuna efficacia nella pratica del Reiki. Reiki che rimane cosi’ tuttora ancorato, allo status di Pseudoscienza.
“LeggendeUrbane” in seguito, si occuperà e darà ampio spazio, a quella che è la pratica della “Imposizione delle mani“. Pur suscitando una certa ironia, grazie a stravaganti personaggi che l’hanno ampiamente adottata in talk show di dubbia moralità, è in realtà una pratica molto usata, di un certo rilievo anche per quanto riguarda la Religione Cattolica. L’ “Imposizione delle mani” è la modalità tipica del Reiki di trasmettere l’energia.
Di seguito, dei brevi video, pubblicati on-line, che mostrano effettive sessioni di applicazione della pratica Reiki
Trattamento Reiki di primo livello, effettuato dal Master Graziano Scarascia
Esempio e spiegazione di Autotrattamento Reiki di primo livello, sempre ad opera del Maestro Reiki Graziano Scarascia
Il Reiki non sembra avere significative controindicazioni. Nel video seguente comunque ne parla in modo più approfondito Marco Cattaneo, Master Reiki Usui Shiki Ryoho di Reiki Way, che conduce l’ascoltatore alla comprensione dei fenomeni più comuni.