La Figura e il Mito di Fra Dolcino

Fra Dolcino da Novara è stato un Predicatore.
Fondatore e Guida Spirituale del Movimento dei Dolciniani.
Vissuto nel periodo più buio del Basso Medioevo, è stato una figura di grande carisma e dalla grande personalità. Oratore di spicco, fluente nella comunicativa, sotto la sua leadership il numero dei seguaci al movimento crebbe a dismisura, fino a toccare le 10000 unità. Pensando che all’epoca la città di Novara contava circa 5000 abitanti, è possibile avere un riscontro migliore su quella che è la portata dei numeri. La sua Predicazione, fatta di contenuti apertamente ostili alla Curia Romana, uniti ad una dubbia condotta morale, attirò le ire della Chiesa. Papa Bonifacio VIII° ne bandi’ contro una vera e propria persecuzione, che portò a scontri ed episodi di guerriglia urbana, che terminarono con lo sterminio di quasi tutti i Dolciniani e la cattura dello stesso Dolcino. Accusato di Eresia dall’Inquisizione, fu bruciato sul rogo nel 1307.

Quadro Storico

Fra Dolcino si inserisce in un contesto storico ricordato come Disputa sulla Povertà Apostolica. Si tratta questa di una feroce controversia che vide scontrarsi la Chiesa Cattolica e l’Ordine Francescano, in un arco di tempo che va dal 1200 al 1350 circa. Siamo nel periodo del cosiddetto Pauperismo Medievale, una corrente di pensiero che caratterizzò gli Ordini Mendicanti e che esaltava un messaggio religioso che si riassume intorno alla questione sulla legittimità della chiesa di possedere beni e ricchezze. In contrapposizione alle gerarchie ecclesiastiche, i pauperisti vivevano gli insegnamenti e la dottrina di Gesù Cristo come riportata sui Vangeli, ponendo l’accento sulla povertà individuale del singolo cristiano.

Allargando inoltre il quadro storico, andando quindi indietro nei secoli, vediamo che alla morte dell’Imperatore Romano Teodosio nel 395 d.C. gli immensi territori dell’Impero Romano furono divisi tra i suoi due figli, Arcadio, il maggiore che ereditò quello che sarebbe diventato l’Impero Romano d’Oriente, e Onorio, il minore, a cui venne assegnato l’Impero Romano d’Occidente. Nelle intenzioni di Teodosio, la suddivisione doveva portare una migliore organizzazione burocratica e militare, cosa questa che non avvenne mai, tanto che nella pratica i due territori non si sarebbero mai più riuniti. L’avanzata dei popoli barbari (Roma stessa fu vittima del famoso Sacco ad opera dei Visigoti di Alarico) portò ad un profondo cambiamento geopolitico che sarebbe infine confluito nel Sacro Romano Impero. Quest’ultimo nelle intenzioni iniziali, si poneva al servizio del Cristianesimo (da qui il termine “Sacro”); in realtà nel corso dei secoli se ne discostò sempre più entrandovi in conflitto.

Chiesa e Impero, raggiunsero entrambe il loro apogeo, diventando i due più grandi poteri universali del tempo. Pertanto la Chiesa, oltre a motivi di natura morale, non poteva accettare la perdita dei propri beni materiali e terreni; questo difatti avrebbe significato, perdere potere nei confronti dell’Impero.

Quest’ultimo trovò cosi’ nell’Ordine Francescano un valido alleato politico, esasperando la chiesa, tanto che all’inizio del ‘300, la “Disputa Apostolica” toccò la massima asprezza.

i territori del Sacro Romano Impero a cavallo dell'anno 1000 d.C.
i territori del Sacro Romano Impero a cavallo dell’anno 1000 d.C.

Biografia di Fra Dolcino

La storiografia non è in possesso di notizie certe sulla figura e l’opera di Dolcino. Anche il luogo di nascita non è chiaro. Si suppone sia nato a Prato Sesia, un piccolo comune della bassa Valsesia ma non esistono registri ufficiali. Le poche informazioni, peraltro incerte, ne danno oltretutto quale vero nome quello di “Davide Tornielli”, tipico cognome della zona di Novara. Lo stesso appellativo di frate è incerto; non ci sono documenti che ne attestano l’effettiva pronuncia dei voti.

La sua fede, il suo credo religioso e la successiva predicazione, trae origine dagli scritti di Gioacchino Da Fiore importante teologo italiano del tempo, inserito da Dante stesso nel Paradiso tra la schiera dei beati sapienti (canto XII, versi 139-141), la cui figura è attualmente sotto un processo di canonizzazione, e soprattutto dal movimento degli Apostolici fondato da Gherardo Segalelli a cui aderi’ intorno al 1291. Nati principalmente nelle regioni dell’Italia Settentrionale, gli Apostolici di Segalelli, pur realizzando un modello di vita basato su povertà e perfetta santità, furono ben presto messi al bando dalle autorità ecclesiastiche per il loro stile apocalittico, per la loro aperta opposizione al Papa ed i continui rapporti sessuali che avevano tra di loro, dando adito a gravi accuse contro la morale. Furono condannati e repressi dalla Chiesa Cattolica; Segalelli stesso fu arso come eretico sul rogo il 18 luglio 1300. Alla morte di Segalelli, Dolcino, uno dei suoi discepoli più in vista, ne prosegui’ l’opera di diffusione.

Fra Dolcino, litografia del litografo francese Michel Doyen, 1809-1881

La predicazione lo portò a continui spostamenti arrivando fino alla città di Vercelli. Qui le condizioni di miseria permisero di trovare terreno fertile per i sermoni di Dolcino che aumentò notevolmente il numero di seguaci. La forte personalità fece il resto. Rimasero affasciti persino elementi di spicco appartenenti ai ceti sociali più agiati e riusci’ per qualche tempo, a trovare anche sostegno militare grazie al nobiluomo Matteo Visconti.

Nel 1304 Dolcino, forte ormai dell’appoggio ottenuto, decise di occupare le valli della Valsesia, realizzando concretamente quel tipo di comunità teorizzato nella propria predicazione. Occupò dapprima la località denominata Parete Calva e successivamente si stanziò su ampie zone del Monte Rubello profetizzando e diffondendo le sue idee.

Ma come per tutti i movimenti ostili al Papa, anche contro i Dolciniani fu bandita una vera e propria crociata, proclamata dal vescovo di Vercelli. Tra il 1306 e il 1307, gli scontri tra le milizie capeggiate dalla Santa Sede e i seguaci di Dolcino furoni aspri e naturalmente pur resistendo a lungo terminarono con la disfatta del Dolciniani Furono catturati e passati alle armi tranne Dolcino, che fu processato e condannato ufficialmente assieme alla compagna, Margherita di Boninsegna.

Il Movimento, la Dottrina e i Contenuti dell’Ideologia Dolciniana

Alla morte di Francesco d’Assisi nel 1226, l’Ordine Francescano si divise in due correnti contrapposte: i “conventuali”, meno inclini alla regola originaria, che ammettevano la possibilità dell’ordine di disporre di beni propri e sostentamenti esterni preferendo una vita di preghiera e di convento, e gli “spirituali”, fazione meno moderata, maggiormente orientata alla regola di base, che optarono invece per una vita di povertà, austera e senza fissa dimora. Tra questi ultimi, invisi alla Chiesa, nacquero gruppi più violenti, predisposti al vagabondaggio e alle razzie, tra cui i Dolciniani, la cui predicazione si riassume in una serie di lettere che Dolcino stesso scrisse sulla base di forti influenze ispirate dagli scritti di Gioacchino da Fiore, alle quali associò una natura sempre più eversiva.

Fra i concetti cardine del suo pensiero, c’era l’eliminazione della gerarchia ecclesiastica, un ideale di povertà e una profonda avversione al potere feudale. Il modello proposto era la liberazione umana dai limiti imposti dalla società e la creazione di una nuova classe sociale egualitaria basata sulla comune proprietà e sulla parità di genere.

Basandosi sulle interpretazioni delle Sacre Scritture di Gioacchino da Fiore, la scansione del tempo fu suddivisa in tre epoche fondamentali: Età del Dio Padre, Età del Figlio, Età dello Spirito Santo. Da questa suddivisione Dolcino estrapolò diversi concetti dividendo a sua volta la storia dell’Umanità in quattro epoche distinte:

  • Periodo del Vecchio Testamento;
  • Periodo del Nuovo Testamento, di Cristo, e dei Dodici Apostoli;
  • Periodo dell’imperatore Costantino e di Papa Silvestro I° , caratterizzato dal declino della Chiesa;
  • Periodo degli Apostolici, caratterizzato da povertà e assenza di governo degli esseri umani, di cui i Dolciniani ne erano incarnazione.

Venne anche data una diversa interpretazione dell’Apocalisse di Giovanni.

L’Apocalisse di Giovanni (o Libro della Rivelazione) è l’ultimo dei Libri del Nuovo Testamento e il suo contenuto è un messaggio indirizzato alle sette chiese dell’Asia Minore, che a quei tempi erano i maggiori centri diocesani e religiosi della Cristianità, tutte concentrate in Anatolia, l’attuale Turchia (Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea). Scopo del testo è incoraggiare i fedeli a resistere alle persecuzioni da parte delle autorità romane, con la promessa dell’avvento del Regno dei Cieli. Vengono citati episodi rilevanti quali l’apertura dei sette sigilli, l’invio dei flagelli, la discesa dei quattro cavalieri. Il testo si conclude con la sconfitta della Bestia e il nuovo regno determinato dal giudizio finale, il tutto accompagnato da un linguaggio simbiolico che ne evidenzia il carattere profetico. Caratteristiche esplicite che ne ne evidenziano il rinnovamento religioso.

un’immagine fortemente simbolica della venuta dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse, Guerra, Carestia, Pestilenza e Morte
Copertina di uno dei maggiori studi relativi all’Apocalisse di Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento, ad opera dello scrittorev Yves Simonens

Rifacendosi all’Apocalisse di Giovanni, Dolcino identificò nelle sette chiese, sette nuovi soggetti che associò a sette angeli scesi in terra, incarnati in seguito in uomini di spicco:

  • San Benedetto visto come l’Angelo di Efeso, e la sua chiesa era l’ordine monastico;
  • Papa Silvestro I, visto come l’Angelo di Pergamo e la sua chiesa era l’ordine clericale;
  • San Francesco, incarnazione dell’Angelo di Sardi, la cui chiesa era l’ordine dei Frati Minori, i cosiddetti minoriti;
  • San Domenico, incarnazione dell’Angelo di Laodicea e la chiesa dei Frati Predicatori;
  • Gherardo Segalelli, predecessore e mentore, l’Angelo di Smirne, la cui chiesa era il movimento dei Fratelli Apostolici;
  • lo stesso Dolcino, incarnazione umana dell’Angelo di Tiatiri, la cui chiesa era appunto il movimento dei Dolciniani;
  • L’Angelo di Filadelfia che sarebbe stato il nuovo papa santificato.

L’impatto che ebbe la filosofia e il pensiero di Dolcino sulla Disputa Apostolica fu lacerante e l’esplosione della violenza pauperistica raggiunse uno dei suoi maggiori picchi.

Rivalutazione successiva
della figura di Dolcino

In seguito, la figura di Dolcino è stata ampiamente rivalutata. Tra i motivi principali, il fatto di riconoscere nella sua dottrina, un modello precursore e antesignano del Socialismo. Il letterato Emanuele Sella fu uno dei primi a teorizzare tale punto di vista, e in seguito, ampio risalto le fu dato dallo scrittore e storico Gustavo Buratti (conosciuto e apprezzato sotto lo pseudonimo di Tavo Burat) che studiò in modo approfondito il movimento, fondando nel 1974 il Centro Studi Dolciniani, del quale fu e coordinatore fino al 2009.

Nel 1907 sul monte Rubello, fu eretto un obelisco in memoria dei caduti, obelisco che venne successivamente abbattutto dal Partito Fascista nel 1927 che mal digeriva un simbolo dalla natura fortemente politica, socialista e avverso. Fu sempre Buratti comunque in seguito, a decidere di installare un cippo funebre in ricordo dell’obelisco e da allora ogni anno nella seconda domenica di Settembre viene organizzato un convegno dolciniano e una cerimonia commemorativa. All’inagurazione e alla messa in posa del cippo parteciparono quasi 10 mila persone e fu invitato a intervenire anche l’attore e dramamturgo Dario Fo, che tre anni dopo, nel 1977, avrebbe portato sulle scene insieme alla collega Franca Rame la commedia teatrale “Mistero Buffo”, dove la leggenda di Dolcino prese nuova linfa. E’ inoltre presente una targa in memoria, datata 1907, presente nell’androne del ex-convento di San Graziano a Vercelli, ora sede dell’Assessorato alla Gioventù.

Che il Socialismo abbia attinto in modo considerevole dalla filosofia di Dolcino, è tuttora argomento di discussione. Dante stesso ricorda Dolcino nella Divina Commedia, destinandolo alla bolgia dei seminatori di discordie

Or di’ a fra Dolcin dunque che s’armi,
tu che forse vedra’ il sole in breve,
s’ello non vuol qui tosto seguitarmi,

Vogliamo ricordiamo infine quella che è stata la loro massima, la parola “Penitenziagite” (fate penitenza) di cui se ne riferimento soprattutto nel grande romanzo di Umberto Eco “Il Nome della Rosa”.

In generale comunque, tolti i motivi puramente teologici, la figura di Dolcino è a suo modo controversa in quanto uno dei primi esempi di ledear filosofo e/o divulgatore, che mina alle radici il potere costituito, religioso, sociale e politico.

Oggi il tracciato della fuga di Dolcino e dei suoi compagni dalla Valsesia al monte Rubello è diventato un percorso di trekking.

«Gesù e gli apostoli non avevano mai posseduto niente»
(Dolcino)

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La Morte di Paul Mc Cartney – Storia di una famosa leggenda

La presunta morte di Paul Mc Cartney è tra le leggende metropolitane più note. Una delle più famose, riscuote anche un certo credito tra i fautori delle Teorie del Complotto. Sarebbe avvenuta nel Novembre del 1966 a causa di un pauroso incidente stradale che vide coinvolta la sua Aston Martin DB5. I tre Beatles rimasti, Lennon, Harrison e Starr, con la complicità del loro manager Brian Epstein, decisero di non rivelare pubblicamente la notizia visto il grande successo che il gruppo stava ormai riscuotendo, sostituendo Paul Mc Cartney con un sosia.  Di li’ a poco uscirà Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band; l’album diventerà in breve, pietra miliare della musica Rock e da quel momento il sosia entrò in pianta stabile nel gruppo sostituendo Paul in tutto.

Come nacque la leggenda ?

I primi pettegolezzi cominciano a circolare tra il Dicembre del ’66 e il Gennaio del 1967, quando l’ufficio stampa dei Beatles si trovò spesso interpellato dalla stampa locale, riguardo le condizioni fisiche di Mc Cartney, effettivamente coinvolto in un incidente stradale. Fu necessario un comunicato stampa dove venivano dichiarate prive di fondamento le voci relative alle gravi condizioni di Paul, vivo, in ottima salute, solo leggermente claudicante. In modo ufficiale invece, sull’argomento tornò prepotente un programma radiofonico del 1969. Dalle frequenze dell’emittente WKNR di Detroit, il dj Russel Gibb affermava di aver ricevuto la misteriosa telefonata di un uomo che andava dicendo di essere a conoscenza di un grande segreto; nel famoso incidente di anni addietro, Paul Mc Cartney rimase vittima di un terribile schianto dal quale non usci’ vivo; la verità fu taciuta per interessi economici e l’uomo che si esibiva sul palco era in realtà un impostore.  A sostegno della propria tesi, il misterioso personaggio elencò una serie di indizi presenti negli album e nelle copertine dei dischi dei Beatles, sostenendo che il resto della band in preda ai sensi di colpa cercava comunque di rendere pubblica al mondo intero la terribile notizia.

Quello che sembra essere avvenuto in quel famoso 9 Novembre (altre fonti riportano la data del 5) si può riassumere cosi’: durante una delle loro estenuanti sedute di incisione, ci fù una brutta litigata tra i membri della band; gli animi si sarebbero surriscaldati al punto che Paul se ne andò sbattendo furiosamente la porta. Nel tragitto verso casa dette un passaggio ad una giovane autostoppista, che sulle prime non riconobbe la celebrità ma quando se ne rende conto, in preda all’euforia, gli fece perdere il controllo dell’auto. I due andarono a sbattere contro un albero e lo schianto fù talmente  violento da lasciare la famosa rock-star morta tra le lamiere. Quando la notizia giunge agli altri Beatles, i tre e il loro manager decisero di tenerla nascosta visto il momento di apice raggiunto dalla band. Paul viene seppellito in segreto e dopo qualche mese di ricerca viene sostituito da un sosia, uno scozzese di nome William Campbell, fino ad allora attore di scarso successo. Quest’ultimo acconsenti’ ad una serie di interventi di chirurgia plastica, riuscendo ad assumere perfettamente i connotati di Mc Cartney.

Indizi a favore della Tesi

I sostenitori della teoria ritengono che i tre Beatles rimasti, assaliti dal senso di colpa, disseminarono una serie di indizi nei loro album in cui confessavano la tragedia.  Tra i più rilevanti abbiamo:

  • Help
    Sulla copertina dell’album prodotto nel 1965, Paul Mc Cartney è l’unico a non indossare un cappello, e nel famoso singolo “Yesterday”, per molti la frase “I’m not half the man I used to be, there’s a shadow hanging over me” (“Non sono neanche metà dell’uomo che ero, c’e’ un’ombra che incombe su di me“) è esplicativa;
  • Rubber Soul
    Nella frase del brano “Nowhere Man” (“uomo invisibile, puoi vedermi?“) qualcuno legge un riferimento di John Lennon al defunto compagno;
  • The Beatles – Yesterday and Today
    Questa raccolta soprannominata “The Butcher Album” (l’album del macellaio), ha avuto una prima versione della copertina poi ritirata in fretta dal mercato a causa delle numerose critiche ricevute. L’immagine, alquanto splatter, ritraeva un cruento mix di sangue e bambole decapitate, secondo molti, a simboleggiare l’accaduto. Nella seconda versione della copertina Paul è all’interno di un baule non molto dissimile da una bara;
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    The Butcher Album (titolo orginale “The Beatles – Yesterday and Today) – a sinistra la copertina incriminata e velocemente ritirata dal mercato a causa dei problemi con la censura – a destra la nuova copertina in commercio, dove comunque sia Paul Mc Cartney è inserito all’interno di un baule dalle fattezze non molto dissimili a quelle di una bara.
  • Revolver
    Il tema dominante dell’album è la morte. Oltretutto sulla copertina, Paul Mc Cartney è l’unico rappresentato di profilo;
  • Sgt. Pepper’s Lonely Hearts CLub Band
    La leggendaria copertina, con il suo geniale mix di particolari e curiosità, ha alimentato numerose interpretazioni che avvalorano la tesi della morte del bassista dei Beatles. Paul Mc Cartney è l’unico rappresentato con in mano uno strumento di colore nero e sopra la testa appare una mano che secondo le credenze indiane simboleggia la morte. Tutta la composizione floreale è ritenuta da molti una composizione funebre e le rose gialle presenti rappresenterebbero un basso con tre corde (invece delle classiche quattro) a simboleggiare un Beatles che non c’è più.
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    La Copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band, oltre ad essere considerata capolavoro assoluto della Pop Art, è piena di minuzie che hanno alimentato in modo considerevole la leggenda di “Paul is Dead”.


    Altro indizio, tra i più interessanti, sta nella batteria.
    Se poniamo un gioco di specchi a sezionare perpendicolarmente la batteria al centro dell’immagine, la scritta “LONELY HEARTS”, tagliata in due diventa un’interlocutoria “1 ONE 1 X HE DIE“.  Apparentemente senza senso, tale frase viene tradotta dai più come “1 1 1 per HE DIE”  (1+1+1 = 3 perché HE DIE, in inglese “egli muore”, anche se non corretto da un punto di vista grammaticale).  Questo presunto indizio, famoso tra i complottisti con il termine di “Drum Clue” (“la prova della grancassa”) è tra gli indizi più complessi e intriganti dell’intera leggenda. Oltretutto non si ha traccia dell’esistenza del presunto ideatore del disegno indicato sul retro di copertina come l’artista “Joe Ephgrave”, artista sconosciuto i cui nome e cognome letti in modo scomposto compongono le parole epitaph (“epitaffio”) e grave (“tomba”). 
    A parte altri piccoli particolari possiamo sottolineare inoltre, che nel retro di copertina Paul si presenta, girato di schiena (unico del gruppo); per i sostenitori della tesi è un altro evidente indizio.
    Drum Clue
    Drum Clue – a sinistra l’immagine originale della batteria rappresentata sulla copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band – a destra la stessa immagine, sezionata in modo perpendicolare con uno specchio. E’ evidente come il gioco di specchi metta in mostra una frase interlocutoria “1 ONE 1 X HE DIE”


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    l’immagine mostra come deve essere posizionato un piccolo specchio, in modo da sezionare la frase LONELY HEARTS, riportata sulla copertina.

Si è inoltre speculato in abbondanza sulla maschera da tricheco presente nella copertina del “Magical Mystery Tour” simboleggiante la morte secondo la tradizione nordica, sul fatto che Paul Mc Cartney sia l’unico senza scarpe sul famoso attraversamento pedonale di “Abbey Road” e su canzoni quali “I’m so tired” e “Strawberry Fields Forever” dove in alcune tracce del vinile, se ascoltate al contrario, si sente John Lennon dire “Paul is Dead man” (Paul è un uomo morto) o “I buried Paul” (Ho sepolto Paul). In generale esistono numerosi spunti su cui vengono continuamente formulate ipotesi sulla veridicità della leggenda e per una lettura più approfondita dell’argomento, si rimanda all’esaustiva pagina di Wikipedia, dove è trattato abbondantemente.

Versioni della Leggenda

Esistono varie versioni della leggenda.
Una, riporta come data il mese di Dicembre 1965, dove Paul non avrebbe litigato con gli altri Beatles ma era ad una festa in grave stato confusionale a causa dell’enorme abuso di droghe; un’altra dove Paul sarebbe morto nell’impatto, mentre in un’altra ancora sarebbe stato sbalzato fuori dopo l’urto. La ragazza accanto a lui (il cui nome era Rita) era incinta e stava scappando dal violento fidanzato. Un’altra versione ancora afferma che in realtà Paul quella sera era libertino, in compagnia dell’amico e nobiluomo inglese Tara Brown, guidando sotto l’effetto della marijuana (Tara Brown, personaggio molto in vista nella Londra bene, effettivamente deceduto, in seguito alle conseguenze di un incidente stradale nel Dicembre del 1966).

Diverse versioni anche sul misterioso personaggio che chiamò il dj Russel Gibb; per alcuni si tratta di un misterioso Alfred, per altri di un certo Tom. Non mancano versioni discordanti sul sosia; chi dice fosse un attore scozzese molto assomigliante a Paul Mc Cartney, chi sostiene si tratti di un certo William Sheppard, un poliziotto canadese.

In ogni caso il sosia, presentava alcune differenze, motivo per cui i Beatles decisero di non esibirsi più dal vivo. In primis era più alto di Paul, in secondo luogo non ne aveva effettivamente lo stesso timbro vocale, infine a differenza di Paul Mc Cartney, non era mancino.

Tesi non a sostegno della Teoria Complottista

LeggendeUrbane naturalmente è interessata a valutare la questione con spirito critico da ogni punto di vista.
Anzitutto non sembra possibile per un sosia essere parte attiva di una band la cui discografia è universalmente riconosciuta come tra le più importanti della Storia della Musica.  Oltretutto la grande carriera solista dello stesso Mc Cartney,  stona con l’idea di un sosia in grado di possedere il medesimo talento (Paul Mc Cartney è l’autore principale di autentici gioielli quali “Hey Jude” o “Healter Skelter”). Vengono inoltre citati indizi presenti in album quali “Help” e “Rubber Soul” ma tali album sono in realtà prodotti nel 1965, antecedenti alla data della presunta morte.  Altro importante elemento è il Gossip dell’epoca. Pochi giorni dopo la data della presunta morte, le riviste scandalistiche pubblicarono foto di Paul in giro in Kenya per un safari in dolce compagnia. Risulta difficile pensare ad un sosia, e a presunti ritocchi di chirurgia plastica, in un lasso di tempo cosi’ breve.

In realtà tutto sembra semplicemente una geniale montatura degli stessi Beatles. Un pò per burla un pò per scherzo, i Beatles stessi a seguito ad una caduta di motorino di Paul, decisero di alimentare le voci con indizi fasulli. John Lennon era famoso per il suo humor nero; nella pratica ciò che fecero fu un’eccezionale operazione di marketing.

Concludiamo con due curiosità: nel Marzo del 2015, durante un’intervista rilasciata al sito web Hollywood Inquirer, Ringo Starr si confessò; nel 2009 invece, due periti italiani, Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carles, sfruttando tecnologie moderne, hanno sottoposto ad una serie di analisi biometriche i tratti facciali di Paul Mc Cartney prima e dopo la presunta data e a sorpresa ritengono di poter dire che non c’è certezza che si tratti della stessa persona. In base alle analisi effettuate, i due scienziati ritengono possibile possa trattarsi di due persone differenti.

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alcune foto di Paul Mc Cartney, messe a confronto con analisi biometriche

La Bilocazione

La Bilocazione è un presunto fenomeno che permette ad un corpo umano di essere presente contemporaneamente in due luoghi diversi. Nella Religione Cristiana rappresenta un mistero della fede, concesso a pochi e dall’umiltà contemplata. Nelle dottrine orientali è un dono di cui sono dotate persone dalla particolare inclinazione alla pratica spirituale. La parapsicologia ne ha fatto oggetto di studio, riconoscendone comunque il legame a concetti mistici. La scienza infine, ne ha dimostrato l’esistenza a livello sub-atomico (esperimenti di fisica quantistica condotti nel 2002 all’Università di Vienna) ma ignora se tale proprietà è applicabile ai corpi macroscopici. Il concetto è presente in un’ampia gamma di sistemi filosofici e rappresenta una delle più alte incarnazioni dell’animo umano.

La Bilocazione
nella Religione Cristiana

Il caso più noto è quello di Santo Padre Pio da Pietralcina.
Tra i miracoli a lui attribuiti, anche il dono della Bilocazione.
Padre Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, racconta che nel 1925, mentre svolgeva attività clericale in piazza San Pietro, il santo gli apparve inaspettatamente quando era nel suo convento di cappuccini in Puglia e testimonianze raccontano della sua presenza negli Stati Uniti dove in realtà non si è mai recato. Il teologo Padre Luciano Lotti, in un’intervista dichiara di essere stato testimone di fenomeni di bilocazione di Padre Pio che oltretutto, interrogato sull’argomento dalla Santa Sede, pur rendendosi conto di essere presente in due luoghi distanti contemporaneamente, non seppe mai dare spiegazione su tale fenomeno. Emblematico fu l’episodio che coinvolse il cardinal monsignor Midszenty, primate d’Ungheria. Incarcerato dal Comunismo dal 1948 al 1956, l’assistenza, il sollievo e il conforto che Padre Pio riusci’ a portare fino alla cella del porporato grazie al dono della bilocazione fu un importante episodio della vita del santo, raffigurato anche in un mosaico realizzato dalla mano del gesuita slavo Marko Rutnik, sulla rampa di scale che porta alla cripta della chiesa inferiore di San Giovanni Rotondo.

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a sinistra, Santo Padre Pio da Pietralcina (al secolo, Francesco Forgione) uno dei santi più importanti della Chiesa Cattolica del XX° secolo, protagonista di numerosi episodi di Bilocazione – a destra, uno dei mosaici di Rutnik, presenti nella rampa di scale della chiesa di San Giovanni Rotondo, rappresentante l’episodio di Bilocazione del santo, apparso al monsignor Mindszenty, rinchiuso in carcere dagli esponenti del partito comunista ungherese.

Casi di bilocazione sono attribuiti a Sant’Antonio da Padova, che in uno dei suoi soggiorni a Montpellier si narra riusci’ a predicare contemporaneamente in chiese poste in parti distanti della città e alla venerabile Suor Maria d’Agreda, che secondo i resoconti dell’epoca visse più volte il fenomeno, manifestandosi agli indigeni delle terre del Sud America pur non lasciando mai il suo convento. Interrogata dall’Inquisizione, disse esplicitamente che non sapeva se veniva a trovarsi tra gli indios col corpo o senza il corpo, che non ne conosceva la natura se non mediante l’intercessione di un angelo divino. Di Sant’Alfonso de’Liguori si narra confortasse gli ultimi momenti del pontefice Clemente XIV° pur rimanendo in estasi, per due giorni, nella sua diocesi di Arienzo.
In generale la Bilocazione è considerata dal Cattolicesimo, una delle presenze più alte di santità che richiama direttamente la figura di Gesù Cristo dopo la resurrezione.

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a sinistra, una rappresentazione della Veneranda Suor Maria d’Agreda che si mostra agli Indios – a destra, La celebre bilocazione di S. Alfonso, che assiste il Papa Clemente XIV morente. – Quadro nella Casa Redentorista di Roma, Via Merulana.

Bilocazione nelle
Religioni Orientali

Nel Buddismo la Bilocazione è un fenomeno praticato da soggetti inclini alle pratiche ascetiche, ottenuta grazie a rinunce e al raggiungimento di una spiritualità superiore.

Il mistico indiano Mukunda Lal Ghosh Yogananda descrive azioni di defunti bilocati dal loro corpo e cita il caso del Maestro Spirituale Sri Yuktewar, che da Calcutta si materializzò al discepole presso Serampore.  L’ascetico Sharma Yogi di Khaiuraho racconta invece di essere stato protagonista di contatti telepatici e fenomeni di bilocazione, più assimilabili ad un viaggio dell’anima fuori dal corpo. Il dottor Swami Sivananda, chirurgo che abbandonò la professione per dedicarsi alle discipline orientali, fondò Sivanandashram (la divina società di vita) a Rishikesh in India e sembra manifestò un ricca casistica di fenomeni parapsicologici quali la Bilocazione.

Lo scrittore americano Robert Allan Monroe, autore del bestseller “I miei viaggi fuori dal corpo” (1971) fu testimone di episodi che sconvolsero la sua esistenza e si sottopose a studi scientifici sulle esperienze paranormali che affermò di aver vissuto. Ritenuto attendibile anche dal teologo François Brune, studiò le tecniche delle discipline orientali e in seguito descrisse anche le modalità per mettere in pratica e avviare la mente verso la Bilocazione, grazie ad un allentamento dello stato di coscienza fino alla scomparsa delle sensazioni. L’idea base era quella di produrre vibrazioni in particolari posizioni del corpo per generare reazioni in grado di mettere in atto una separazione dall’anima.
In generale la spiritualità orientale conosce e insegna tecniche specifiche al raggiungimento di esperienze extra corporeee.

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in alto a sinistra, il mistico indiano Mukunda Lal Ghosh Yogananda; in alto a destra, Swami Sivananda, fondatore della “divina società di vita” Sivanandashram – in basso la copertina del libro “I miei viaggi fuori dal corpo” di Robert Allan Monroe.

Bilocazione nel Paranormale

Uno dei primi studiosi ad analizzare casi di Bilocazione è stato Ernesto Bozzano, parapsicologo genovese, che sull’argomento ha scritto un libro “Fenomeni di Bilocazione”, pubblicato nel 1934.

Nella Parapsicologia è associata al concetto di Esperienza Extracorporea. Un fenomeno nel quale un soggetto si materializza in due luoghi diversi, oppure, senza che lo sappia è visto da altri in due luoghi diversi sotto forma di doppio o di presenza non corporea. Gli spiritisti la descrivono spesso come Proiezione Astrale.

Nell’ambito delle scienze paranormali, durante il processo, il soggetto non ha precisa coscienza di quello che avviene, come preso da una sorta di torpore. I presenti vedono il suo corpo fisico in stato di trance e contemporaneamente vicino ad esso il suo fantasma. Allo stesso modo può avvenire che testimoni vedono il suo corpo, generalmente addormentato, ma talora in stato di perfetta veglia in un luogo, e altri vedono il suo fantasma in un altro. Al risveglio, il soggetto, non ha ricordi. Vengono menzionati episodi di questo tipo su persone vittime di incidenti, il cui corpo in coma e il doppio in grado di vederlo e libero di circolare.

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a sinistra, un fumetto che descrive la Bilocazione secondo il suo significativo religioso; a destra, un’immagine che descrive la Bilocazione come “Sdoppiamento”, secondo il suo significato medianico.

La Bilocazione è Possibile?

Ma è possibile essere contemporaneamente in due luoghi ?
E’ possibile la Bilocazione ?

La Scienza come detto, ne ha dimostrato l’esistenza solo per quel che concerne le particelle sub-atomiche (in realtà la scienza ha dimostrato la multilocazione,  la capacità di un corpo di trovarsi in più luoghi contemporaneamente).

San Tommaso d’Aquino, teologo domenicano tra le figure più importanti della Filosofia Occidentale, la cui produzione letteraria fu vasta e importante, implica una ripugnanza metafisica. Nella sua opera più famosa, il “Somma teologica” (titolo originale Summa Theologiae), tra i più influenti trattati di teologia mediovale, in pratica afferma e scrisse che l’assurdo non può essere superato neppure dall’onnipotenza di Dio

Unde ponere quod sit localiter in hoc loco, et tamen sit in alio loco, est ponere contradictoria esse simul. Unde, secundum praemissa, hoc a Deo fieri non potest

Per cui ritenere che un corpo sia collocato, oltre che in quel luogo in un altro, è mettere insieme cose contrastanti tra di loro. Perciò, come da premessa, questo da Dio non può essere fatto“.

Ne segue che il fenomeno della Bilocazione non è possibile e se avviene richiede l’intervento di un soggetto rappresentativo che faccia le veci del reale. La comunità scientifica, sottolinea come ci si basa sulla somiglianza che esiste fra alcune persone e come questa influenza la psicologia della percezione. Un semplice esperimento potrebbe togliere il dubbio sul fatto che lo sdoppiamento sia possibile: chiedere al soggetto di bilocarsi a un metro di distanza da se stessi, rimanendo nella stessa stanza.

Lo stesso studioso e appartenente al Cicap, Roberto Vanzetti si trovò a parlare con il relatore di una conferenza sulle esperienze fuori dal corpo. Egli stesso, diceva, era in grado di uscire dal corpo (cadendo in trance) e di viaggiare nel piano astrale, potendo per esempio entrare in un’altra stanza, vedere cosa c’era e poi descrivere tutto nei minimi particolari. Potendo ad esempio essere in grado di leggere una lettera nell’altra stanza. Ma su esplicita richiesta del professor Vanzetti, di mettere in pratica l’esperimento il relatore addussò una serie di scusanti tanto da non sottoporsi.

In generale resta comunque da considerare l’aspetto psicologico e filosofico e non meramente fisico del fenomeno.

Conclusioni

Attenzione a non confondere la Bilocazione, con il concetto di Ubiquità. Quello di Ubiquità è un significato diverso: indica la capacità di un corpo di trovarsi in ogni luogo nello stesso istante. Sinonimo di Ubiquità è Onnipresenza, concetto che ricorre spesso nell’Antico Testamento dove la Figura di Dio è vista come capace di essere presente in ogni luogo del Creato nello stesso istante.

Coronavirus: è stato davvero creato dall’Uomo?

Un virus è un microrganismo privo di cellule.
Sono agenti patogeni, parassiti che necessitano di infettare altri organismi per riprodursi. Questo avviene mediante un processo chiamato “Ciclo Litico”; invadono ogni forma di essere vivente, dalle piante agli animali, da altri microrganismi come i batteri (virus batteriofagi) fino all’Uomo. L’attuale pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, è la COVID-19 (acronimo di COronaVIrus Disease 19), una malattia infettiva dell’apparato respiratorio causata dal virus denominato SARS-CoV-2, appartenente alla cosiddetta famiglia dei Coronavirus. Il nome è dato dalla forma visibile al microscopio, un organismo ricoperto da uno strato di corpuscoli simili ad una corona. Oltre all’attuale pandemia, i coronavirus sono responsabili delle gravi epidemie di SARS del Novembre 2002 e di MERS del 2012.

Una persona infetta ha un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 14 giorni, durante i quali può essere contagiosa. I sintomi se presenti, sono febbre alta e tosse; nei casi più gravi una violenta forma di polmonite, fino al decesso del paziente. Il contagio si manifesta per via aerea (tosse e starnuti). La malattia colpisce chiunque, mostrandosi particolarmente aggressiva in soggetti che presentano un quadro clinico accompagnato da una delicata situazione pregressa.

I primi casi di COVID-19 vengono rilevati tra il Dicembre del 2019 e il Gennaio 2020, dalle autorità sanitarie della città di Wuhan, capitale della provincia di Hubei in Cina. Sintomi di una polmonite sconosciuta collegata in qualche modo al locale mercato del pesce, dove vengono venduti anche animali selvatici, secondo la cultura e i costumi cinesi. Si ipotizza fin da subito che si tratti di un nuovo coronavirus di fonte animale (zoonosi). In breve, il contagio arriva in Europa, diffondendosi a ruota nel resto del mondo.

Il virus è sconosciuto all’uomo e allo stato attuale non se ne conosce l’origine. Questo ha portato alla diffusione di notizie, vere o presunte e ad una disinformazione amplificata dai Social e descritta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “Infodemia”. Il livello di paura e allarmismo è molto alto, anche a causa della reticenza del governo cinese di condividere tempestivamente le informazioni (cosa già successa in passato quando passarono mesi, prima che si diffondessero le informazioni circa l’epidemia di SARS). Questo ha portato alla nascita di una serie di Cospirazioni e Teorie del Complotto che LeggendeUrbane analizzerà in questo articolo.

Al momento in cui il Blog viene aggiornato, l’emergenza conta di 820.000 persone contagiate nel mondo e 40.000 decessi (105.000 casi e 12.000 decessi solo in Italia). Non esiste un vaccino o un trattamento specifico. L’unica misura preventiva consiste nell’isolare il paziente e nel gestire i sintomi clinici.

Virus sfuggito per sbaglio
e Guerra Stati Uniti-Cina

La prima congettura è collegata ad una catena di eventi di natura politica e alla supremazia mondiale che vede contrapporsi le due potenze Stati Uniti e Cina. Indiscrezioni su un virus creato in laboratorio per mettere in ginocchio economicamente uno o l’altro dei due contendenti. Un laboratorio del governo cinese potrebbe aver diffuso il virus per errore? Oppure è nato in un laboratorio americano proprio per colpire la Cina ? Ricostruiamo l’origine delle notizie.

Che il virus sia stato creato nei laboratori e centri di ricerca cinesi, per dare seguito ad una guerra batteriologica contro gli americani e che dal laboratorio sia sfuggito, è una notizia che inizia a circolare verso la fine di Gennaio. Viene pubblicata per la prima volta in un articolo sul quotidiano americano “Washington Times”, testata giornalistica fondata nel 1982 dal coreano Sun Myung Moon, predicatore e leader religioso della Chiesa dell’Unificazione. Il giornale (da non confondere con il più famoso “Washington Post”) dalla linea editoriale di stampo conservatore, famoso per le sue idee estremiste e per le sue teorie cospirazioniste (celebre quella che vede protagonista Barack Obama) dichiarò apertamente che secondo le sue fonti, la Cina ha aperto ormai da anni un programma per la creazione di armi batteriologiche. La fonte è Dany Shoham, un ex ufficiale dell’intelligence istraeliana. Viene portato avanti un programma segreto all’interno del quale sarebbero stati creati virus pericolosi e aggressivi. In seguito potrebbe esserci stata una contaminazione accidentale di un tecnico, che potrebbe aver portato all’epidemia.

Lo stesso Shoham ha in seguito smentito tutto, rilasciando un’intervista al portale di giornalismo Poynter, dicendo di aver suggerito un possibile collegamento al programma di guerra biologica sotto forma di virus, aggiungendo che non ci sono prove o indicazioni per tale incidente. Ricerche su Shoham, lo vedono adesso lavorare per una fondazione di ricerca indiana, il Manohar Parrikar Institute di Nuova Delhi.

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un’immagine al microscopio elettronico del SARS-CoV-2, virus appartenente alla
cosiddetta famiglia dei Coronavirus.

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nell’immagine in alto, la copertina del “The Washington Times”, il quotidiano di informazione integralista che per primo riportò la possibilità che il virus possa essere sfuggito accidentalmente – in basso, a sinistra il Dott. Dany Shoham, ex-membro dell’Intelligence Istraeliana- a destra, la copertina di un suo libro che tratta di armi batteriologiche, “Chemical and Biological Weapons in the Arab Countries and Iran”.

In Italia, Paolo Liguori, direttore del TGCOM24, rilanciò la notizia verso la metà di Febbraio accostandola ad un’altra fonte. In un servizio dal titolo “il Coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan”, si fa riferimento ad un documento redatto dai biologi Botao Xiao e Lei Xiao. Botao Xiao, ricercatore cinese, specializzato nello studio del Dna presso la South China University of Technology, in passato prestò servizio presso il Laboratorio di Biosicurezza Nazionale di Wuhan e ne denuncia le falle negli standard di sicurezza, sottolineandone gli esperimenti e gli studi condotti su ceppi di coronavirus trasmessi da pipistrelli, partendo dalla primordiale Sars. Lo scienziato ritiene che, vista la scarsa presenza del pipistrello in questione in quelle zone della Cina, il ceppo di Coronavirus potrebbe aver avuto origine in uno dei laboratori vicino al mercato della città epicentro dell’epidemia.

In Cina esiste veramente nella città di Wuhan, un Laboratorio di Biosicurezza Nazionale, (il “Wuhan National Biosafety Laborator“, centro di ricerche dove vengono studiati rimedi contro Ebola, Sars e altre malattie) e nella giornata del 26 Marzo, a gamba tesa, una vera e propria bufera mediatica la scatena un servizio del Tgr Leonardo (format di Informazione Scientifica della Rai), andato in onda su Rai 3 il 16 Novembre del 2015, dove si fa riferimento a studi condotti dagli scienziati cinesi su virus polmonari ricavati da pipistrelli e topi. La notizia già all’epoca scatenò polemiche, anche se vennero evidenziati i motivi di studio.

Sul tema sono intervenuti scienziati importanti, quali il dott. Guido Silvestri, professore ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta o l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, scartando a priori l’idea di un virus creato in laboratorio e sottolineandone l’impossibilità oltre all’esistenza di altri virus molto più pericolosi in caso di guerra virologica. Gli studi finora conosciuti rilevano in effetti l’evidenza scientifica di virus che in natura, passano di norma dagli animali all’uomo. Inoltre i documenti dei due biologi cinesi, sarebbero stati ritirati in quanto non supportati da prove concrete.

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Abstract del documento pubblicato dai biologi Botao Xiao e Lei Xiao

Link al sito di ReserchGate, dove è possibile prendere visione del documento.

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Il servizio del TGCOM24 sulla pagina web della testata, alla data del 17 Febbraio.

Il Link alla pagina del TGCOM24, relativa al servizio.

La notizia di un virus creato invece nei laboratori e centri di ricerca americani, proprio per colpire il nemico cinese, va più o meno di pari passo; e nella logica di una guerra aperta tra Stati Uniti e Cina entra in campo in modo incontrollato la politica. Da un lato le dichiarazioni riferite ad un presunto “Wuhan Virus” del capo della diplomazia americana Mike Pompeo, dall’altro le accuse di Donald Trump al virus “straniero”. Emblematica diventa l’immagine scattata dalla fotografa del Washington Post, Jabin Botsford, del discorso scritto da Trump in una conferenza stampa, dove il presidente accusa la Cina per la diffusione del coronavirus e dove a penna cancella dal foglio di carta la parola Corona, sostituendola con la parola “Chinese” (cinese).

Di rimando arrivano le accuse da parte di Zhao Lijian, portavoce e vicedirettore del Dipartimento Informazione degli Esteri a Pechino, alla United States Army, per aver portato l’epidemia a Wuhan grazie ad un virus creato nel centro di laboratorio militare di Fort Detrick nel Maryland, durante i Campionati dei Giochi mondiali Militari tenuti in Cina dal 18 al 27 Ottobre 2019.

Rivolgendosi ai suoi oltre 300.000 follower su Twitter, Zhao Lijian condivide un video di Robert Redfield, direttore del Centers for Disease Control and Prevention (l’istituto americano federale di salute pubblica), dove a metà Marzo, in audizione al Congresso degli Stati Uniti, sulla risposta che il paese sta dando all’epidemia, Redfield afferma che alcuni decessi per influenza, precedenti al periodo indicato, sono stati successivamente identificati come casi di Covid-19. Con questo tweet il portavoce Zhao ufficializza dunque la teoria della cospirazione statunitense già in circolazione sui social media cinesi. I 300 atleti delle forze armate americane che ad Ottobre parteciparono ai giochi, sono stati infettati dal virus per diffonderlo in Cina.

Zhao Lijian rilancia le sue affermazioni condividendo due articoli di Global Research, un’organizzazione indipendente di ricerca e media con sede a Montreal, che già in passato aveva legato il suo nome a teorie della cospirazione, l’epidemia di influenza suina H1N1 e l’11 Settembre. Per Zhao le informazioni degli articoli costituiscono ulteriori prove alla teoria che il coronavirus sia nato negli Stati Uniti.

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a sinistra, l’immagine scattata da Jabin Botsford, del discorso di Trump, in cui è evidenziata a mano, la scritta “chinese” al posto della parola “corona” – a destra, il portavoce del dipartimento degli esteri di Pechino, Zhao Lijian.

Il link al tweet di Zhao Lijian e di seguito, il video dell’interrogazione parlamentare ricevuta da Robert Riedfiled

Di seguito invece, il link al documento della Global Research, l’organizzazione citata da Zhao Lijian, sulla possibile veridicità dell’ipotesi di un virus creato nei laboratori americani.

altre accuse

In tutto questo j’accuse, rincara la dose l’Iran che spinge prepotentemente sulla tesi del complotto americano visto il disastro che il Coronavirus ha fatto nel paese con vittime tra cittadini e personalità. I mullah vedono questa come una manovra ordita dal nemico statunitense per indebolire la Cina, paese tecnicamente superiore con un’infezione contenente componenti misteriose e Hiv.

Il Barhein nemico giurato di Teheran, si contrappone invece alla tesi, accusando l’Iran di aver fatto scoppiare una guerra batteriologica. In tutte queste accuse anti americane ove possibile, insinua qualche dubbio la Russia.

Anche l’Italia, attualmente uno dei paesei più colpiti, è al centro di queste voci, in quanto rea di aver aperto una nuova via della Seta con la Cina, una nuova strada commerciale e accordi con i cinesi, colpita pertanto per dare l’esempio all’Europa. Caso vuole che due delle nazioni maggiormente colpite all’inizio dell’epidemia, siano proprio Cina ed Iran, per vedersi superare dopo poche settimane proprio dagli Stati Uniti, anche a causa dell’enorme costo del sistema sanitario, che non ha aiutato nell’identificare per tempo il contagio.

Il video e i documenti riportati in precedenza rafforzano ulteriormente la tesi di un virus creato dall’uomo e/o sfuggito accidentalmente, tanto che il noto saggista Diego Fusaro, sottolinea con fermezza la possibilità di non escludere che il virus possa essere stato creato in laboratorio. Allo stato attuale, va comunque detto che non esistono prove relative alle accuse che i governi si lanciano.

Coronavirus & Bill Gates

Una delle maggior cospirazioni vede gli Stati Uniti in possesso da tempo del vaccino, pronti a venderlo sul mercato per miliardi di dollari. In questa congettura è coinvolto, il miliardario Bill Gates, padre di Windows, principale artefice della diffusione della pandemia, provata e testata nell’Ottobre del 2019 durante un evento organizzato dal Center for Health Security della John Hopkins University, denominato EVENT-201 (evento 201).

L’evento condotto dall’organizzazione effettivamente finanziata dalla fondazione Bill e Melinda Gates, sviluppa e mostra la simulazione di un virus zoonotico trasmesso dai pipistrelli alle persone, che riesce a provocare 65 milioni di morti. Da ricerche effettuate, si scopre in effetti che Bill Gates nel 2015, sovvenziona con una somma ingente, un istituto di ricerca britannico, il Pirbright Institute, dove è stato creato e brevettato un vaccino per un coronavirus. Tale tesi viene ulteriormente avallata, a causa di un’immagine che gira da tempo su Facebook, che mostra la richiesta, datata 23 Luglio 2015, di un brevetto (nello specifico, il numero 10130701) di un virus classificato come “Coronaviridae» da parte del Pirbright Institute. L’immagine è accompagnata da un commento in cui si legge che si tratterebbe della carta d’identità del Coronavirus, creato in laboratorio nel 2015.

La notizia è in realtà falsa. Bill Gates, sovvenziona e devolve in effetti somme cospicue, a laboratori e centri di ricerca, ma per finanziarne gli studi. L’immagine in questione si riferisce ad un brevetto per la creazione di un vaccino per la prevenzione delle malattie respiratorie in diversi animali. Non ha niente a che fare con il nuovo ceppo di coronavirus diffuso oggi nel mondo. Come spiega il sito del Ministero della Salute, l’errore nasce dall’uso della parola Coronavirus che intende una vasta famiglia di virus. Il brevetto del Pirbright Institute, è relativo a due virus uno che infetta il pollame, l’altro, il delta-coronavirus, che infetta i suini.

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in alto, Bill Gates, padre della Microsoft e inventore del sistema operativo Windows – in basso, l’immagine denunciata sui social, relativa alla presunta carta d’identità del Coronavirus.

Coronavirus e 5G

Il blogger ligure Rosario Marcianò, proprietario del sito TankerEnemy, noto al pubblico di Internet per le sue teorie sulle plutocrazie e le scie chimiche, è tra i primi fautori che vedono la tecnologia 5G quale principale colpevole di avvelenamento dell’aria e causa principale dei sintomi provocati dalla COVID-19. Secondo Marcianò, il virus è una menzogna nascosta dai poteri forti; ciò che fa veramente ammalare e uccide le persone, è il nuovo standard di quinta generazione. La nuova tecnologia, è ritenuta estremamente dannosa per l’organismo e la causa è dovuta alla elettroporazione ad onde pulsate (5G) con un conseguente crollo del sistema immunitario umano e un’apertura dei pori temporanei nelle membrane cellulari con conseguente trasferimento di sostanze o DNA estraneo.

La teoria, rilanciata successivamente da un tweet di Gunter Pauli, consigliere economico del premier italiano Giuseppe Conte, presuppone il collegamento con il 5G fornendo come prova il fatto che tra le prime città dove il 5G è stato testato c’è Wuhan e tra le prime zone ad alta diffusione, tutto il Nord Italia.

In verità, si scopre che Wuhan è stata una delle 16 città pilota, dove gli effetti non sono gli stessi e allo stato attuale non esiste correlazione che ne stabilisca un rapporto di causa effetto. Successivamente è entrata in campo la comunità scientifica e l’organizzazione dell’Icnrip (International Commission on Non‐Ionizing Radiation Protection) contrastando apertamente la teoria, ritenendola farlocca e attribuendo al fatto che non ci sono argomenti e/o studi indipendenti approvati o confermati che provano la possibilità di avvelenamento da radiazioni.

Soldati americani sbarcano in Europa

In piena emergenza Coronavirus, nel Marzo 2020 in Italia sale prepotentemente alla cronaca, la notizia di 37.000 soldati americani sbarcati in Europa e inviati da Trump per invadere a sorpresa la Russia di Vladimir Putin. La news, grazie alla rete ha avuto una grande risonanza, accompagnata da fake che vedono i soldati già vaccinati. Alcuni mezzi di informazione divulgano la notizia, fra questi il portale Voxnews e il noto giornale “Il Fatto Quotidiano”, proponendo quindi una lettura complottistica. Rincara la dose il quotidiano “Il Manifesto”, che in un articolo del 3 Marzo a firma Manlio Dinucci sottolinea l’arrivo di 30.000 soldati dagli Usa in Europa senza mascherina

La notizia è vera in parte. Nella realtà si tratta di un’esercitazione militare denominata Defender 2020 (Difensore dell’Europa 2020), un’esercitazione di terra con a capo le forze americane e 12 Paesi della NATO. L’obiettivo è la simulazione di  una situazione di guerra convenzionale nel fianco Est dell’Alleanza. Si tratta del più grosso dispiegamento di truppe americane di stanza negli USA, la più considerevole degli ultimi 25 anni in Europa. L’operazione nota dal 2019, ha la coincidenza di verificarsi nei tempi del coronavirus ed è stata poi sospesa per ovvie ragioni a data da destinarsi. L’operazione è  comunque nota alla Russia di Vladimir Putin, tanto che il 19 gennaio 2020, la testata giornalistica russa Sputniknews, pubblicò un articolo dal titolo “La NATO prepara “Defender 2020”, le esercitazioni più grandi degli ultimi 25 anni in Europa”.

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Prima pagina del quotidiano “Il Manifesto”, dove si riporta la notizia dell’operazione “Defender 2020”

Il Coronavirus previsto
dai mercati finanziari?

In piena emergenza Coronavirus nascono dei dubbi su eventuali speculazioni in ambito finanziario. Una nota della Consob smentisce questa ipotesi e sottolinea che le giornate nere in Borsa non abbiano origine da manovre speculative. Il tutto deriva dal fatto che il tracollo dell’economia mondiale a Marzo 2020 era stato in qualche modo ipotizzato dagli analisti finanziari. Il Corriere della Sera stesso, nell’edizione del 6 Dicembre 2019, riportava l’allarme degli analisti di Wall Street a seguito della mossa dell’Hedge Fund Bridgewater, società americana di gestione degli investimenti, la quale, in un momento in cui l’economia reale segnava dati confortanti, decide di scommettere sul crollo delle Borse nel mese di Marzo.

Ray Dalio, il fondatore di Bridgewater, versò 1,5 miliardi di dollari per sottoscrivere contratti di assicurazione (i cosiddetti “put options”) ponendosi come obiettivo la protezione di tutto o parte del portafoglio di gestione, pari a circa 150 miliardi di dollari in azioni e investimenti finanziari. Una scommessa al ribasso per consentire la vendita di titoli ad un prezzo prefissato. Lo stesso finanziere, spiegò la manovra del fondo non come un’operazione di sfiducia ma come una strategia di protezione.

Il 24 Marzo, lo stesso Ray Dalio, condivide in un post su LinkedIn i risultati dei prodotti che abitualmente vengono comunicati solo agli investitori, mostrando di registrare forti perdite sui fondi; risultati deludenti, ma coerenti con precedenti periodi di scarso rendimento in circostanze straordinarie. Quello che è successo in pratica è che, pur adottando una strategia vincente, non è stato sufficiente per far fronte al crollo delle azioni della stessa Bridgewater.

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la prima pagina del Wall Street Journal, dove viene riportata la manovra finanziara condotta dal fondo di investimento Bridgewater

Coronavirus e Profezie del Futuro

Per concludere, citiamo una serie di passaggi tratti dalle pagine del libro del 2008 “Profezie” (End of Days, in lingua originale) la cui autrice, la sensitiva Sylvia Browne, sembra predire con grande accuratezza l’arrivo del coronavirus. Ecco alcuni passi tradotti in Italiano:

Entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a seguito di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura

Per il momento, LeggendeUrbane non si sofferma su questo tipo di argomenti; ne mette solo a conoscenza i suoi lettori. Verrà approfondito in seguito l’esistenza o meno di profezie riguardanti il Coronavirus.

Jack lo Squartatore

Jack lo Squartatore è l’appellativo usato per identificare un Serial Killer che agi’ a Londra tra l’Agosto e il Novembre del 1888. Gli vengono attribuite ufficialmente cinque vittime ma si ipotizza abbia commesso un numero di delitti maggiore di dieci. Agiva nel degradato quartiere di Whitechapel, nell’attuale East-End londinese. Sceglieva le sue vittime tra giovani prostitute, accanendosi successivamente sui corpi. La sua ferocia sconvolse l’opinione pubblica e portò alla ribalta il concetto stesso di “Assassino Seriale”. La polizia dell’epoca non ha mai avuto in mano prove concrete che portassero ad un colpevole tanto che ad oggi la sua identità è sconosciuta.

Vittime

La prima vittima accertata fu la quarantatreene Mary Ann Nichols, ritrovata durante la notte del 31 Agosto 1888 nella zona di Buck’s Row, con la gola recisa e diverse coltellate sul basso ventre. La seconda vittima si chiamava Annie Chapman, il cui corpo fu rinvenuto circa una settimana dopo nel cortile interno a un palazzo. Presentava gravi lesioni e organi interni asportati. La terza vittima fu Elizabeth Stride; rinvenuta da un cocchiere intorno all’una di notte del 30 Settembre, presentava una profonda ferita da arma da taglio alla gola e al momento del ritrovamento perdeva ancora molto sangue. Questo lascia supporre che l’arrivo del cocchiere abbia interrotto l’assassino, che non ne poté pertanto completare il macabro rituale. Probabilmente in preda ad un raptus cercò subito immediato sfogo accanendosi su quella che fu poi riconosciuta come la sua quarta vittima, Catherine Eddowes, rinvenuta la notte stessa del 30 Settembre, vittima di un vero e proprio martirio. La sorte avversa le fece purtroppo incontrare il suo assassino poche ore dopo l’omicidio di Elisabeth Stride al punto che su di essa si scatenò tutta la furia omicida. Aveva il volto irriconoscibile, la gola sgozzata secondo il classico modus operandi e il corpo era stato completamente sventrato; anche in questo caso molti organi interni strappati e portati via. I due omicidi sono tuttora ricordati come il “doppio evento”. L’ultima vittima ufficiale di Jack fu la giovane Mary Jane Kelly, considerata a detta di molti la vittima più sfortunata, sulla quale l’assassino si accani’ con una ferocia mai vista. Scoperta la mattina del 9 Novembre 1888, il suo corpo giaceva nel letto all’interno della camera presa in affitto. Orribilmente mutilata e del tutto irriconoscibile.

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Le foto mortuarie di Mary Ann Nichols (a sinistra) e di Elisabeth Stride (a destra), prima e terza vittima del Serial Killer conosciuto con l’appellativo di Jack lo Squartatore

Negli archivi sono inoltre presenti alcune presunte vittime.
Fra queste ricordiamo la trentanovenne Martha Tabram, ritrovata la mattina del 6 Agosto 1888 in una palazzina dell’odierna Gunthorpe Street, il cui corpo presentava diversi fendenti inflitti al ventre, la quarantenne Alice McKenzie, nella zona di Whitechapel High Street, dove il corpo, dalla gola recisa e l’addome mutilato fu ritrovato dall’agente Joseph Allen durante la ronda notturna del 17 Luglio 1889 e la ventiseienne Frances Cole, ritrovata anni dopo, nel 1891, con la gola squarciata ma senza troppo infierire. Tutte si prostituivano nei vicoli di Whitechapel.

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a sinistra, come si presentava il volto del cadavere di Catherine Eddowes; a destra, il ritrovamento del corpo di Mary Jane Kelly (foto della scena del delitto), quarta e quinta vittima di Jack lo Squartatore.

Le Lettere

Nell’arco di tempo in cui avvennero gli omicidi, una fitta corrispondenza arrivò nelle redazioni dei giornali e sulle scrivanie degli ufficiali di Scotland Yard. La maggior parte erano solo opera di mitomani, altre ritenute dei fake. Tre in particolare sono attribuibili alla mano dell’assassino. Tra gli aspetti che più impressionò l’opionione pubblica, il carattere di aperta sfida alla polizia. Per la prima volta ci si trovava di fronte un maniaco che agiva per il puro piacere di uccidere.

La prima missiva, denominata “Dear Boss” Letter, riporta la data del 25 Settembre; arrivò nella redazione della Central News Agency di Londra il 28 Settembre 1888 da dove fu poi inoltrata a Scotland Yard il giorno successivo. Il messaggio, conteneva errori di ortografia e di grammatica. Se ne riportano di seguito alcuni passaggi:

Caro Direttore,
continuo a sentir dire che la polizia mi ha catturato ma non mi fermeranno proprio ancora. Ho riso assai quando si mostrano così abili e dicono di essere sulla pista giusta
[…]
Mi sono fissato con le puttane e non smetterò di squartarle finché non sarò preso.
L’ultima volta è stato proprio un magnifico lavoro. Non ho dato alla signora il tempo di strillare
[…]
sentirete ancora parlare di me e dei miei divertenti giochetti.
Il mio coltello è così bello e affilato che mi viene voglia di rimettermi al lavoro subito se ne ho la possibilità.
Buona fortuna.
Sinceramente vostro
Jack lo Squartatore
Non mi dispiace darmi un nome d’arte

Da questa missiva, venne estratto il soprannome di Jack lo Squartatore (Jack the Ripper in inglese); fu pertanto l’assassino stesso ad attribuirselo.

La seconda missiva fu imbucata e ricevuta il 1° Ottobre. Era una cartolina denominata “Saucy Jacky” (Jacky il dispettoso) da un ulteriore nomigliolo che si era attribuito il manigoldo.

Non stavo scherzando caro vecchio Direttore
quando vi ho dato la dritta, sentirete parlare del lavoro del dispettoso Jacky
domani doppio evento questa volta numero uno ha strillato un po’ non ho potuto finire per bene. Non ho avuto il tempo di strappare le orecchie
[…]

Il fatto di fare riferimento al doppio omicidio commesso la notte del 30 Settembre quando la notizia ancora non era divulgata, fecero ritenere che quella cartolina fosse stata effettivamente inviata dall’assassino. La Metropolitan Police Service distribuì un fac-simile della prima lettera e della seconda, nella speranza che qualcuno riconoscesse la calligrafia, ma senza esito. Molti giornali pubblicarono i due testi integralmente.

La terza lettera, forse la più nota, fu la più inquietante.
Ricevuta da George Lusk, Commissario della Vigilanza del quartiere di Whitechapel, il 15 Ottobre del 1888, la lettera era accompagnata da una scatola contenente la metà di un rene umano imbevuto nell’alcol. Probabilmente un rene appartenente a Catherine Eddowes, quarta vittima dell’assassino. I medici legali non furono tutti concordi su questo e alcuni lo ritennero un macabro scherzo di alcuni studenti di medicina.

La lettera recava la famosa intestazione “From Hell” (dall’inferno), con il quale tuttora viene menzionata. Dall’ortografia molto più scadente, alcuni dettagli fecero ritenere questo, una deliberata scelta dell’assassino. In particolare destò attenzione la lettera K sulla parola knife (coltello) che essendo muta in lingua inglese, un uomo di scarsa cultura l’avrebbe probabilmente omessa in quanto non udibile. L’errore talmente grossolano, fu ritenuto falso; la figura di Jack fu identificata in quella di uomo di buona cultura che faceva errori ortografici con mera intenzione di sviare le indagini.
Parte del testo è il seguente

Dall’inferno. Mr Lusk
[…]
vi mando metà del rene che ho preso da una donna
[…]
Potrei mandarvi il coltello insanguinato con cui l’ho tolto
[…]
Prendetemi se ci riuscite Signor Lusk

Le lettere e la metà del rene, conservate negli archivi di Scotland Yard sono ad oggi sparite dalla circolazione e non sono state ritrovate, altro elemento questo che ha alimentato l’alone di mistero che circolava intorno alla leggenda di Jack lo Squartatore.
La prima lettera, la “Dear Boss” fu rispedita in forma anonima nel 1988 negli uffici di Scotland Yard. Si ipotizza una sorta di scherzo osceno a commemorazione del centenario dagli eventi, da parte di discendenti degli autori del furto. Le altre due missive sono attualmente sperdute e ne esistono solo fac simile e foto.

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In alto, a sinistra, la “Dear Boss” Letter, prima lettera attribuita all’assassino, ad essere pervenuta negli uffici di Scotland Yard; a destra la cartolina denomina “Sausy Jacky”, il dispettoso Jacky, uno dei tanti nomignoli che il killer si attribuiva. In basso, la “From Hell” Letter, terza e ultima missiva attribuita a Jack; la più inquietante.

Teorie sulla presunta identità dell’assassino

Ci sono tuttora varie teorie sulla presunta identità dell’assassino. Una delle più accreditate riconosce la mano di un uomo dalle profonde conoscenze dell’anatomia umana. Altre ritengono di vedere sui cadaveri conoscenze anatomiche di rilievo ma limitate. Si fece pertanto largo l’idea che il killer potesse essere un medico.

Vennero sospettati uomini di ogni rango e ceto d’appartenenza, dalle classi povere all’alta borghesia. Alcune teorie fantasiose e improbabili, vedono accusare il poeta e drammaturgo Oscar Wilde o lo scrittore Lewis Carrol, altre vedevano accusare figure di spicco dell’aristocrazia, dal Barone Sir William Gull, medico britannico di una certa fama al Duca Alberto Vittorio di Clarence, membro della famiglia reale, secondo nella linea di successione al trono dopo il padre, della cui presunta sessualità e sanità mentale se ne è sempre dubitato (gossip e pettegolezzi lo volevano collegato ad uno scandalo riguardante un bordello per omosessuali).

In generale, la concentrazione degli omicidi durante i fine settimana e il fatto che le zone colpite fossero a pochi isolati di distanza, hanno fatto concludere che Jack lo Squartatore avesse un impiego regolare nel quartiere. Esistono tutt’oggi un centinaio di sospetti; alcuni ritenuti fortemente colpevoli sono stati riportati in un memorandum redatto nel 1894 da Sir Meville Macnaghten una delle più importanti menti investigative del periodo. Di seguito ne elenchiamo alcuni:

– Montague John Druitt, giovane avvocato di buona famiglia, figlio di un influente medico inglese da cui poteva aver appreso le conoscenze di anatomia. Fu ritrovato morto nel Tamigi la sera del 31 Dicembre 1888, forse suicida e la concomitanza tra il suo ritrovamento e la fine dei delitti, ha fatto pesantemente propendere le autorità a ritenerlo coinvolto nel caso;
– Michael Ostrog, un truffatore russo sospettato principalmente per essere stato rilasciato da un manicomio a pochi mesi dall’inizio dei delitti. Indagini successive verificarono che lo stesso al momento dei delitti si trovava in prigionia in Francia;
– John Pizer, il famoso “Grembiule di Cuoio”. Proprietario di una bottega per la lavorazione del cuoio, (da cui il nomignolo attribuito dai giornali) fu arrestato e tenuto in isolamento per un giorno. Fu comunque scagionato in quanto le accuse a suo carico si dimostrarono infondate;
– Seweryn Kłosowski, una specie di barbablù dell’epoca, apprendista chirurgo, dotato di una certa dose di nozioni mediche, incriminato in seguito per l’omicido di diverse mogli avvelenate con l’antimonio. Klosowski, processato e impiccato poi nel 1903 per i suoi crimini, era di indole violenta; soleva picchiare selvaggamente le proprie mogli e per tale motivo fu ritenuto tra i principali sospettati. Non ci sono mai state prove per dimostrare una sua eventuale colpevolezza e il fatto che agisse solitamente uccidendo tramite veleno, trovò detrattori nel riconoscerlo colpevole;

Per i suoi comportamenti psicotici e per il fatto che avesse una bottega a Whitechapel, con numerosi rasoi e coltelli simili a quelli usati dal killer, ci fu un ebreo immigrato nel Regno Unito, un certo Aaron Kosminski.  Kosminski era affetto da turbe mentali, probabilmente una forma di schizofrenia e Macnaghten scrive che il soggetto provava un profondo odio nei confronti delle donne oltre a forti tendenze omicide. Rinchiuso successivamente in manicomio, valutazioni psichiatriche lo descrivono come un uomo senza continue tendenze aggressive ma genericamente “incoerente e a tratti eccitato e violento”. Molti profiler moderni ritengono la figura di Kosminski altamente probabile. Il 7 Settembre 2014, esami effettuati da Jari Louhelainen, professore all’università di Liverpool ed esperto di biologia molecolare, su campioni di DNA rimasti sullo scialle di una delle vittime, comparati con il DNA dei sospettati e con il DNA di alcuni discendenti hanno portato a ritenere Kosminski come il vero colpevole degli assassini. Molti esperti hanno rigettato questo test, affermando che non ci siano prove che lo scialle appartenesse a una delle vittime.

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a sinistra, una foto d’epoca del quartiere londinese di Whitechapel, teatro di tutti i delitti di Jack lo Squartatore; a destra, la mappa di tutti i ritrovamenti.

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Due dei maggiori sospettati dell’epoca. A sinistra, Seweryn Kłosowski, barbablù dell’epoca colpevole di almeno 3 omicidi per avvelenamento e giustiziato nel 1903; a destra un’immagine di Aaron Kosminski, ebreo, affetto da turbe mentali, aggressivo e violento a causa di una eccessiva ipersessualità. Kosminski è ad oggi ritenuto da prove di DNA, il sospettato numero uno.

Profilo Criminale

Concludiamo citando quello che è stato il profilo criminale redatto da Scotland Yard. Thomas Bond, medico forense presente alle autopsie delle vittime, fu incaricato di redigere un profilo dell’uomo. Bond lo descrisse come insano di mente, afflitto da turbe e disturbi mentali. Intepretando lo schema comportamentale dell’omicida, Bond lesse la mente del criminale come quella di un uomo afflitto da problemi di natura sessuale, vittima di un’eccessiva ipersessualità, si infliggeva ripetute forme di autoerotismo, dalla natura violenta ma controllata, tanto da riuscire ad essere sereno in pubblico e insospettabile. Nei momenti di impulso tirava fuori una collera repressa che si tramutava in accanimento contro le vittime. Il profilo di un uomo misogeno, con un odio profondo verso le donne e dalla indole superba. Dall’aspetto imperturbabile, la sua descrizione fisica è associata ad un maschio, fisicamente prestante, apparentemente innocuo, di mezza età e appartenente al ceto medio. Indossava bei vestiti per non destare nell’occhio, forse un mantello per nascondere armi da taglio. La frustazione e la rabbia repressa, dovuti ad episodi del suo passato, ne copletano il profilo.

Un sito interessante da cui la stessa LeggendeUrbane ha estrapolato materiale di documentazione e foto, che si occupa principalmente di tutti gli aspetti legati alla figura di Jack lo Squartatore è https://www.casebook.org/index.html.

Gli Arconti

La figura dell’Arconte è, in generale sconosciuta.
Le informazioni in merito sono poche; alcune peraltro, poco attendibili. Sono diffuse teorie che vedono nell’Arconte una metafora dell’universo, dove i pianeti sono emanazioni di energia, flussi magnetici che influenzano il cosmo; la Terra, primo Arconte ad essere generato, grazie a tali flussi, tiene l’Uomo ancorato a sé, non permettendo alla propria anima di fuggire da un corpo in cui è prigioniera. Altre tesi vedono negli Arconti (definiti presunti “Loro”), la funzione di tenere intrappolato l’essere umano nel Tempo. Lo dominano e ne sono i padroni della mente. A causa loro l’uomo vive nel passato o si proietta nel futuro, non vivendo davvero mai il momento presente.

Nella sua rappresentazione più tipica invece, quella dell’Arconte è una figura cardine di antiche dottrine religiose. Esoterismo e culto, si fondono, mettendo in luce un simbolismo legato a vecchie credenze, fonte di ispirazione di un antico misticismo, nel tempo andato perduto.

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Alcune possibili raffigurazioni degli Arconti girando per il web; Arconti in quest’ottica, visti come esseri demoniaci.

Chi sono gli Arconti

Gli Arconti, sono entità associate allo Gnosticismo.
Nella teogonia e nella cosmogonia gnostica, il loro ruolo è quello di giudice, controllori dell’universo materiale.

Cosa sono la teogonia e la cosmogonia ?
In breve, la teogonia è un racconto a carattere mitologico, dove si narra la nascita e la discedenza delle divinità. Tra i testi più conosciuti, c’è la Teogonia di Esiodo, un poema mitologico, scritto intorno al 700 a.C. dove si narrano la storia e la genealogia degli dei dell’antica Grecia. La cosmogonia è la dottrina e l’insieme di miti e leggende che tratta l’origine e la natura dell’universo.
In tali testi di origine gnostica, la figura degli arconti è legata al concetto di potenza responsabile della creazione del mondo, le cui regole dettano quelli che sono i legami tra uomo, mondo, cosmo e tempo.

Lo Gnosticismo

In passato esistevano varie religioni.
L’antica Grecia, le civilta’ mesopotamiche, l’impero romano, tutte concepivano un diverso tipo di fede, veneravano i loro dei e possedevano i loro testi sacri. Erano inoltre presenti minoranze religiose, che si tentava di sottomettere, al più di debellare. In quel contesto storico, prese fortemente piede lo Gnosticismo.

Lo Gnosticismo è un antico movimento filosofico e religioso che basa, sul concetto di  profonda “conoscenza”, il raggiungimento del fine massimo. Principalmente diffuso nei territori della Grecia antica, ha trovato largo seguito nel periodo tra il II° al IV° secolo d.C. Tuttavia, fonti riportano addirittura all’antico periodo babilonese. In generale comunque, la sua diffusione è avvenuta più o meno in parallelo al Cristianesimo. Da questo fù perseguito e ritenuto eresia.

Fondamentalmente lo Gnosticismo intendeva portare l’uomo alla salvezza, grazie alla “conoscenza delle cose”. Se nel Cristianesimo tradizionale si afferma che l’anima raggiunge la salvezza dalla dannazione eterna per grazia di Dio e alla fede in Dio, lo Gnosticismo afferma che la salvezza dell’anima dipende da una conoscenza superiore e illuminata (Gnosi) dell’uomo; conoscenza del mondo e dell’universo. Gli gnostici dunque erano persone che conoscevano la “Verità”, pertanto esseri superiori (per una conoscenza più approfondita sull’argomento, si rimanda comunque a testi di studio; in quest’ambito s’intende dare un’infarinatura).

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Uno dei più conosciuti Simboli Gnostici rappresentante la Sapienza Divina, il “Glicone”, il Serpente dal volto di leone.

Anche lo Gnosticismo possiede una serie di testi sacri. Tra i più importanti, abbiamo i Codici di Nag Hammâdi. Tali opere di letteratura vennero rinvenute nel 1946 dall’esercito inglese presso il villaggio di Nag Hammâdi in Egitto, durante il ritrovamento di un’antica biblioteca. Scritti su papiri in lingua copta, attualmente sono tra i testi più tradotti e studiati dagli studiosi del movimento gnostico. All’interno di questi codici abbiamo una serie di vangeli (tenuti peraltro occultati dal Cristianesimo) detti “Vangeli Gnostici“. Tra i più conosciuti, il Vangelo di Tommaso, il Vangelo secondo Filippo, la Sapienza di Cristo, il famoso Vangelo di Giuda o il Vangelo di Eva (quest’ultimo andato perduto).

Tra i testi di nostro interesse vi è l’Apocrifo di Giovanni (denominato Libro di Giovanni Evangelista), dove viene narrata la concezione della creazione divina.
Abbiamo un Dio, definito Eone, che generò altre coppie di Eoni, eoni maschili e eoni femminili. Insieme gli Eoni, formano la sfera divina detta “Pleroma”. Nel sistema di classificazione gnostica pertano, gli eoni altro non sono che emanazioni di Dio. Ogni nuova emanazione può avvenire solo se si uniscono un eone maschile e un eone femminile.
Successe però che un eone di nome Sophia, a causa della sua brama perversa di assomigliare al dio padre ed Eone supremo, riusci’ a generare un nuovo eone, senza unirsi a nessuno, contro natura. Sophia, generò un nuovo eone che divenne cosi’ emanazione perversa. Tale eone, nato in modo perverso era il Demiurgo.
Il Demiurgo fù il primo Arconte, che generò a sua volta altri Arconti.

Da questo “peccato iniziale“, si generò il mondo materiale, dove venne collocato l’uomo e dove l’uomo stesso si trova imprigionato, non riuscendo a raggiungere il Dio superiore.

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Alcuni frammenti dei testi copti dei Codici di Nag Hammâdi, rinvenuti nel villaggio di Nag Hammâdi nel 1946. Sono tra i più importanti ritrovamenti per quel che concerne la dottrina Gnostica.

Il Mondo Materiale

Il mondo materiale è quindi una creazione degli Arconti, che vogliono portarlo alla perfezione del Pleroma, e cercano di riprodurre tale perfezione attraverso regole e leggi. Ma questo è un errore in quanto loro cercano solo di riprodurre qualcosa che non è. E nella pratica rappresentano un ostacolo per l’essere umano. Provano sofferenza verso il genere umano e lo ostacolano in quanto a differenza loro, non posseggono il libero arbitrio. Vengono visti come parassiti pronti a indirizzare l’uomo verso azioni nefaste.

Giudici supremi e controllori dell’universo, un universo però creato per abominio. Per certi versi, andando nel concreto, è un’idea rimasta simile a quanto avvenne nella vita reale. Nell’antica Grecia infatti, la figura dell’Arconte era in effetti, una figura giuridica riconosciuta. Il termine Arconte faceva riferimento ad una istituzione; era un magistrato che deteneva il potere giuridico della poleis greca. Una carica civile, usata successivamente anche dai bizantini.

In Sintesi

Ricapitolando quindi, gli Arconti hanno fondamentalmente una connotazione negativa.
Emanazioni divine, generatori del mondo materiale come causa di atti perversi. Sul mondo esiste l’uomo il cui fine è il raggiungimento e la ricongiunzione al Dio Supremo. Si frappongono tra il mondo materiale e un Dio superiore, collocato nella sfera del Pleroma, con l’obbiettivo di ostacolare l’uomo.

Vediamo pertanto che le teorie gnostiche vanno in parallelo alla religione Cristiana e gli elementi dell’una si ritrovano nell’altra. L’emanazione divina è possibile vederla come Satana, il diavolo, affiancato nella sua perversione dal suo esercito di demoni, gli Arconti. Il loro fine è non far arrivare l’uomo a Dio. L’ennesima sfida tra il Bene e il Male.

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La Storia di Tarrare – l’uomo che mangiava animali vivi

Tarrare (talvolta citato semplicemente “Tarare”), è stato un artista di strada e militare francese, diventato famoso per le sue bizzarre abitudini alimentari. Nato a Lione intorno al 1770, fin da piccolo dimostrò un appetito fuori dal comune. Fu talmente vorace e dall’istinto perennemente affamato, da squartare senza problemi, animali vivi di media taglia per cibarsene. La sua bislacca storia è stata ben documentata, ed è arrivata a noi da fonti attendibili.

Infanzia e Adolescenza

Non sono molte le informazioni circa i primi anni di vita (lo stesso nome, “Tarrare”, trattasi probabilmente di un nomignolo), si sa solo che la famiglia, compresa fin da subito la strana natura del fanciullo, lo cacciò molto presto di casa. Si ritrovò pertanto giovanissimo, a vagabondare per la Francia.

Inizialmente campò facendo il mendicante, in seguito si uni’ ad un gruppo di artisti di strada sfruttando “le sue doti” come fenomeno da baraccone. Il suo numero consisteva nel mangiare qualsiasi cosa gli fosse proposta. Inghiottiva senza problemi sia frutti interi sia piccole pietre, arrivando ai primi animali vivi. Divenne molto noto per riuscire a mettere in bocca piccoli serpenti, divorandoli interi.

Arrivò ad “esibirsi” nelle piazze di Parigi, ma fu ben presto vittima di lancinanti dolori intestinali, spesso occlusioni, che lo costrinsero ad interrompere le sue performance. Fu ricoverato una prima volta presso l’ospedale Hotel-Dieu (il più antico ospedale parigino) dove medici e infermieri furono per la prima volta testimoni della sua particolare “caratteristica”. Al Hotel-Dieu fu curato con potenti lassativi e fu li’ che ebbe un breve periodo di stabilità.
Ma non perse la sua strana natura.

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Raffigurazione di Tarrare

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In quel periodo in Francia scoppiò la rivoluzione francese. Parigi era teatro di scontri e violenze. Un pò per sicurezza, un pò per provvedere a se stesso, Tarrare entrò a far parte dell’esercito francese, arruolandosi nell’Armée Révolutionnaire Française (la fanteria della Repubblica). Naturalmente anche l’esercito si rese ben presto conto della natura singolare del personaggio in questione.

Le razioni date alle milizie francesi si rivelarono insufficienti per soddisfare il suo appetito e Tarrare si trovò disposto ad accollarsi sgradevoli compiti pur di ottenere ulteriori razioni di cibo. Ma subi’ un lento declino fisico al punto da dover essere trasferito all’ospedale militare di Soultz-Haut-Rhin (ospedale attivo durante la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 in Francia). Medici e sanitari rimasero scioccati nel constatare l’appetito sproporzionato di Tarrare. Arrivarono a quadruplicargli le razioni ma non riuscirono in nessun modo a far diminuire la sua fame. Iniziò anzi a pasteggiare con gli avanzi degli altri pazienti, a frugare nei rifiuti, a cibarsi di avanzi di farmacia.

Fu in quel periodo che il dott. Courville e il dott. Didier (chirurghi del 9° régiment de hussards) assieme al barone Pierre-Francois Percy, membro del personale medico, decisero di sperimentare e verificare fino a che punto poteva arrivare l’appetito spropositato di Tarrare, rendendolo oggetto di studio. In un primo esperimento, imbandirono una mensa per 15 commensali chiedendo a Tarrare di arrivare a mangiare fin dove arrivava; con sopresa Tarrare non solo dimostrò di divorare tutto nel giro di poche ore, ma, non sazio, concluse ingurgitando oltre 18 litri di latte. In un secondo esperimento (da qui la leggenda di Tarrare come da titolo del post), gli fu offerto un gatto vivo. Tarrare ammazzò e dilaniò l’animale in poco tempo con i denti, bevendone il sangue e inghiottendolo per intero apparentemente senza sforzo, scartando le ossa e vomitandone successivamente la pelliccia e la pelle.

Gli vennero dati in pasto altri animali vivi. Tarrare divorò senza sforzo prima serpenti e lucertole, poi una intera anguilla che ammazzò schiacciandone la testa e inghiottendola per intero senza neppure masticarla.

Percy, incredulo, all’interno di un’ampia sezione dell’opera medica “Journal de medecine, chirurgie, pharmacie, Volume 9” (parte integrante di un trattato dal titolo “Mémoire sur la polyphagie“, edito nel 1805, di cui se ne può scaricare una versione originale all’indirizzo qui riportato) scrisse di lui “I cani e i gatti fuggivano in preda al terrore al suo cospetto, come se potessero presagire la sorta di destino che egli stava loro per riservare”.

Ciò che lasciava basiti era il suo aspetto fisico. Tarrare appariva come una persona normale. Magro, di altezza e peso nella media, biondo di capelli, dalla capigliatura liscia e molto fine. Solo bocca e guancie molto più ampie del normale tanto da essere in grado di infilarsi in bocca una certa quantità di mele intere. Aveva i denti perennemente macchiati, la pelle sempre calda e un’intensa sudorazione. Una delle poche anomalie era quella di emanare di continuo uno sgradevole odore. Dopo che si riempiva di cibo cadeva spesso in un sonno profondo, nel quale il suo addome si gonfiava a dismisura; l’odore malsano andava aumentando. A parte violenti attacchi di diarrea e blocchi intestinali, la sua natura sembra non procurargli mai particolari problemi fisici. I medici dovettero inoltre constatare che Tarrare non mostrava sintomi di malattie o turbe mentali; era solo spesso vittima di spossatezza. Manifestava una pesante apatia e spesso si lasciava andare abbandonato a se stesso, sopraffatto da stanchezza. Il quadro psicologico, non sembra recasse particolari motivi tali da spiegarne l’insolito comportamento.

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Alcune raffigurazioni che sono state date di Tarrare.

Uso di Tarrare da parte dell’Esercito Francese

Quello che avvenne successivamente fu presto detto.
Tarrare era pur sempre al servizio dell’esercito francese, che pensò bene di sfruttarne le “capacità” per scopi bellici. Sotto le direttive del generale francese Alessandro di Beauharnais, iniziò una sorta di “attività di corriere”. In pratica gli veniva fatta ingoiare una scatola contenente importanti documenti e veniva spedito oltre le linee nemiche con l’ordine di raggiungere altri comandi dislocati in altre aree. Una volta arrivato, la scatola e i documenti contenuti, venivano raccolti dalle sue feci. Spesso si trattava di importanti direttive da consegnare ai comandanti di altre guarnigioni. Una volta portata a termine la missione, Tarrare riceveva come premio ampie razioni di cibo in cambio dei servizi resi (si racconta di un intero tavolo riempito con interiora di toro che Tarrare divorò in pochi attimi davanti ad un’assemblea di generali).
Sfortunatamente però, in una delle sue missioni Tarrare fu catturato dai Prussiani e incriminato come spia. Venne torturato e tenuto agli arresti fin quando non cedette, rivelando la sua natura e il suo stato di servizio. Anche i prussiani di fronte al personaggio in questione rimasero basiti; Tarrare subi’ una finta esecuzione di morte per puro scherno e fu rimandato indietro ai francesi.

L’esperienza marchiò profondamente la psiche già molto labile di Tarrare. Chiese espressamente di essere curato e venne nuovamente ricoverato; vennero sperimentate su di lui nuove forme di terapia a base di laudano o pillole di tabacco ma senza risultati. L’appetito di Tarrare continuava ad essere vorace e famelico, tanto da scappare spesso dalla clinica per cibarsi di rifiuti o avanzi che contendeva ai cani randagi. Arrivò addirittura, in preda ad attacchi feroci di fame, a cibarsi dei cadaveri della camera mortuaria. Quando dopo qualche tempo, ci fu la sparizione di un bambino di 14 mesi, il team del dott. Courville e Percy non riuscirono a difendere Tarrare dalle accuse di cannibalismo, che venne cosi’ espulso dall’ospedale.

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Una delle peggiori riproduzioni che fu fatta di Tarrare; quella che lo vede accusato della sparizione di un neonato, con conseguente cannibalismo .

Resoconti scritti su Tarrare

Come detto, Tarrare divenne ben presto oggetto di studio per la scienza del tempo e ne viene fatta menzione in svariati trattati di medicina. Citiamo “Anomalies and Curiosities of Medicine” dei clinici George M. Gould e Walter Lytle Pyle, trattato scaricabile in formato e-book, all’interno dell’archivio on-line del progetto Gutemberg – http://www.gutenberg.org/.
Rimangono tuttora sconosciute le cause. Si presuppone che l’uomo possa aver sofferto di ipertiroidismo, un raro disturbo del sistema endocrino che comporta estremo appetito, sudorazione e intolleranza al caldo. Jan Bondeson, reumatogo svedese, nel suo “Freaks: The Pig-Faced Lady of Manchester Square & Other Medical Marvels” del 2006, ritiene che Tarrare abbia avuto un danneggiamento all’amigdala, una parte del cervello che porta all’iperfagia.

Fine di Tarrare

Le ultime informazioni su Tarrare sono state raccolte ancora dal barone Percy. Durante l’ennesimo ricovero, stavolta presso l’ospedale di Versaille, chiese con forza di essere assistito dal medico che già conosceva la sua condizione. Quando Percy si recò al capezzale, trovò un Tarrare ormai estremamente deperito; non potè far altro che diagnosticargli una grave forma di tubercolosi, che assieme a violenti attacchi di diarrea essudativa, lo portò alla morte nel giro di poche settimane. Il dott. Tessier, patologo di Versaille si occupò di farne l’autopsia sul cadavere. Scoprirono che Tarrare aveva uno stomaco e un fegato di grandezza inusuale ma non furono riscontrate molte altre differenze rispetto ad una persona normale. Alla fine di Tarrare, rimane pertanto, lo strano quadro clinico e la sua triste storia.

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La copertina de “Journal de medecine, chirurgie, pharmacie” del barone Pierre-Francois Percy, dove è riportata una delle descrizioni più approfondite, della figura di Tarrare.

La Leggenda del Terribile Terremoto dell’11 Maggio 2011

Questo articolo parla della classica Leggenda Urbana.
Voci che circolano tramite passaparola, fonti ignote. Alla notizia fu dato ampio credito, al punto che Roma quel giorno si svuotò. Era l’11 Maggio del 2011, Mercoledi’. L’informazione che girava, riguardava una profezia dello studioso Raffaele Bendandi, secondo la quale un terribile terremoto avrebbe colpito Roma il giorno 11 Maggio 2011.

Chi era Raffaele Bendandi

Raffaele Bendandi non è stato uno scienziato.
Era un semplice appassionato di astronomia. Nato alla fine del ‘800, artigiano, intagliatore, scultore del legno, fin da piccolo spiccò in lui un forte amore per il cosmo. Non terminò mai gli studi, ma già all’età di 10 anni, il suo talento e la sua passione si mostrarono prepotentemente, riuscendo da autodidatta, a fabbricare piccoli telescopi con cui esplorava il cielo.

Nel 1908, in seguito al terremoto di Messina, si appassionò a tal punto all’argomento, tanto da iniziare a studiare le possibilità di prevederne l’arrivo. Grazie ad alcuni strumenti da lui costruiti e collocati in una profonda grotta dell’Appennino, arrivò alla conclusione che la superficie terrestre non è rigida. In balia di continui smottamenti, si muove e si deforma, in base al rapporto tra la Terra e gli altri corpi celesti. Partendo dal presupposto che le maree sono influenzate dalle fasi lunari, intorno al 1920 elaborò una teoria detta “Teoria Sismogenica”, dove interpretando i movimenti e l’influenza degli astri sulla Terra, sosteneva di poter prevedere i terremoti.

Nel 1923 per dare credito alle sue teorie, depositò davanti al notaio Domenico Savini di Faenza, un verbale dove veniva teorizzato l’arrivo di un terremoto nelle Marche il 2 Gennaio del 1924. Bendandi sbagliò di due giorni. Il terremoto si verificò effettivamente nella zona di Senigallia e il Corriere della Sera, a conoscenza della notizia, gli dedicò la prima pagina chiamandolo “Colui che prevede i terremoti”. A quel punto la sua fama si diffuse e Bendandi veniva conosciuto nel mondo (una figura contraddittoria, a cui “LeggendeUrbane” darà maggiore spazio in futuro. Questo articolo fa solo un rapido cenno su quella che è stata la sua attività).

Bendandi studia il cielo
Un’immagine d’epoca di Raffaele Bendandi intento a studiare il cosmo con un telescopio – il famoso Pseusoscienziato, ha dedicato l’intera vita allo studio della scienza.

Leggenda e Bufala sulla previsione di Bendandi

Perchè si parla di Leggenda Urbana ?
Perchè sembra che in realtà, Raffaele Bendandi, non abbia mai predetto nessun terremoto a Roma. Stando a quanto raccolto nei suoi studi, avrebbe teorizzato altre date. Sull’onda di un vociferare sempre più insistente, venne sentita Paola Lagorio, presidente dell’associazione culturale “La Bendandiana”, istituto che raccoglie e studia l’enorme mole di materiale lasciato da Bendandi. Nell’Aprile del 2011 la Lagorio rilasciò un’intervista dove asseriva chiaramente l’assenza di documenti riguardanti Roma; la notizia era pertanto da ritenersi falsa.

Fu il mensile di scienza “Focus” a ricostruire quanto avvenne.
Sull’onda di un servizio televisivo della trasmissione Voyager, nei giorni seguenti su Internet, si scatenò un dibattito sulla figura di Bendandi. Nacquero una serie di fraintendimenti che portarono a mischiare le profezie di Nostradamus, con la figura di Bendandi. Tempo dopo fu nuovamente Voyager a riprendere in mano l’argomento, proponendo un nuovo servizio dal titolo “Bendandi, il profeta inascoltato”, con in sovraimpressione il titolo “La verità sul presunto terremoto del 2011 in Italia. Un terremoto colpirà Roma l’11 Maggio 2011 ? “.  Nonostante le smentite della Lagorio, la leggenda metropolitana prese vita. E Roma si svuotò.

negozi nella capitale
per non saper né leggere né scrivere, a Roma molti negozi chiusero la loro attività il giorno 11 Maggio 2011. Sui bandoni chiusi della capitale apparvero molte affissioni di “chiusura per motivi personali”

Scienza & Bendandi

L’errore sembra nascere dall’interpretazione sbagliata delle quartine di Nostradamus, attribuite erroneamente allo studioso romagnolo. Nella Quartina 82 Centuria IX si riporta quella che è stata interpretata come la profezia catastrofica di un devastante terremoto su Roma. Paola Lagorio dichiarò “infondate le previsioni che compaiono su Internet”.

Bendandi comunque durante la sua vita, pare abbia veramente previsto una serie di terremoti poi effettivamente verificatisi. Nel corso degli anni continuò incessantemente le sue ricerche. Sembra abbia previsto con esattezza il terribile terremoto del Friuli del 1976; avverti’ le autorità ma non venne creduto.

Ad oggi la comunità scientifica non da credito alla sua figura. La sua “Teoria Sismogenica” è priva di riscontri oggettivi e non vengono mai spiegate le cause. Bendandi, genio incompreso, si formò da autodidatta, non fece mai un percorso di studi e non ha mai pubblicato un’esposizione scientifica. Soprattutto, quanto da lui affermato, non è mai stato verificabile. Godette di stima dal mondo accademico, fu insignito del titolo di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dall’allora presidente Giovanni Gronchi, ma la sua enorme mole di materiale è ritenuto privo di fondamento teorico. La Teoria Sismogenica è pertanto affine alla branca delle Pseudoscienze (argomento privo di verifiche empiriche).

Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le teorie di Bendandi si basano su dati statistici. Mediamente in Italia avvengono circa 30 scosse di terremoto al giorno. I terremoti sono causati da uno spostamento della crosta terrestre, fenomeno questo che avviene di continuo. Recentemente, Cristiano Fidani dell’INFN di Perugia ha avuto accesso all’archivio dello studioso e ha stilato un catalogo completo delle previsioni di Bendandi per verificarle. Non esistono previsioni da lui formulate che riguardano periodi superiori al 1977.

Infine

Per ultimo, si fa menzione su quello che è realmente successo.  Per fortuna alla fine, non ci fu nessun terremoto a Roma in data 11 Maggio 2011. Quello che avvenne però fu un altro sisma, con epicentro non troppo lontano da Roma. Si tratta del terremoto che colpi’ il sud della Spagna e che provocò gravi danni nelle regioni di Murcia e nella Lorca . Un terremoto avvenuto veramente in data 11 Maggio 2011 che causò 9 morti e moltissimi feriti. Si tratta purtoppo di uno dei peggiori terremoti della regione.

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Un’altra immagine di Raffaele Bendandi nel suo studio. Forse Genio incompreso, ad oggi non sappiamo dire se lo studioso faentino sia davvero riuscito a formulare una teoria attendibile per predire l’arrivo di un terremoto.

Raffaele Bendandi o meno, la Terra ha tremato davvero l’11 Maggio 2011. Di seguito, le immagini del sisma che colpi’ il sud della Spagna.

Le Sorelle Fox

Le sorelle Fox, Kate e Maggie Fox, sono il primo caso conosciuto di Medium. Due donne in possesso di facoltà medianiche. Erano in grado di comunicare con l’aldilà.

Lo Spiritismo è stata una corrente filosofica nata in Francia intorno alla metà dell’800. All’inizio solo un semplice argomento che coinvolgeva appassionati, si è ben presto diffuso tanto da diventare una vera e propria dottrina. Precursore del movimento, nonchè primo a studiarne i contenuti, fu il pedagogo Allan Kardec. Scrisse cinque importanti volumi (Il Libro degli Spiriti, Il Libro dei Medium, Il Vangelo secondo gli Spiriti, Il Cielo e l’Inferno, La Genesi), tuttora considerati testi chiave della letteratura spiritica.

Kardec osservò una serie di fenomeni, formulando le prime teorie che introducono il concetto di “spirito” come presenza incorporea. Riteneva possibile interagire con l’anima di un defunto, diventato spirito nell’aldilà. Questo poteva avvenire solo grazie all’intervento di un medium, ossia una persona dotata di particolari facoltà che gli permettevano di comunicare ed essere un tramite tra le anime dei defunti e i viventi. La comunicazione avveniva in una seduta spiritica.

In seguito influenti personalità, proseguirono il lavoro di Kardec. Lo scrittore inglese Sir Arthur Conan Doyle fu uno dei suoi più appassionati seguaci. Tra la metà del ‘800 e per buona parte del ‘900, lo Spiritismo fece milioni di proseliti nel mondo, tanto da diventare un ostacolo alla fede della comunità cristiana. Per lungo tempo la chiesa lo ha visto come un “rivale incallito”.

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a sinistra, Allan Kardec, padre del movimento Spiritista – a destra, un’immagine di una Seduta Spiritica.

 

Kate e Maggie Fox

Non sappiamo la verità sulle sorelle Fox. Le prime Medium della storia oppure quella che a detta di qualcuno, altro non è che una frode. Molti pensano seriamente che le due donne erano in possesso di facoltà medianiche. In grado di comunicare con le anime dei defunti.

La Storia racconta questo.
Kate e Margaret Fox, erano due bimbe, rispettivamente di 11 e 14 anni, quando nel 1848, ad Hydeville, Stati Uniti, cominciarono ad udire strani rumori provenienti nella casa dove vivevano. Prima delle bambine, fu la madre a sentire questi strani rumori simili a rintocchi sul legno. Incapace di capirne la fonte, si recò nella stanza delle figlie che dormivano assieme alla sorella maggiore Leah. La casa oltretutto aveva una fama sinistra.

Durante la notte del 31 Marzo, Kate avrebbe iniziato a dialogare con uno spirito. Ad ogni domanda lo spirito rispondeva con un colpo simile a quelli uditi. Le bambine dettero anche un nome alla misteriosa presenza, quello di “Mr. Splitfoot” (Signor Piede-Biforcuto). Il dialogo prosegui’ nei giorni successivi, tanto che anche conoscenti e vicini furono testimoni dell’evento. Secondo le bambine, lo spirito apparteneva ad un certo Charles B. Rosma, un ex venditore ambulante, barbaramente ucciso all’interno della casa e poi sepolto in cantina. Sulla base di quelle parole, furono fatti degli scavi e fu rinvenuto uno scheletro.

A questo punto la fama delle bambine dilagò.
Furono mandate a Rochester da Amy e Isaac Post, una coppia di Shakers (ramo appartenente alla congregazione religiosa dei Quaccheri, puritani, fedeli al movimento cristiano Calvinista), in rapporti di amicizia con la famiglia Fox. La coppia si convinse del fenomeno al punto da diffondere la notizia nella loro congregazione. La comunità Shakers si convinse delle facoltà delle bimbe. Nacque cosi’ il primo nucleo di quella che fu successivamente riconosciuta come “Chiesa Spiritista”.

Le sorelle iniziarono a tenere sedute pubbliche alla presenza di personaggi di spicco (lo scrittore James Fenimore Cooper, il politico George Bancroft). Il Movimento Spiritista prese sempre più piede, diventando in poco tempo un fenomeno di massa. Kate e Margaret divennero sensitive di fama mondiale. Tenevano costantemente sedute spiritiche, anche di fronte a un pubblico scettico il quale non riusci’ a dare spiegazione ai famosi “colpi”.

L’editore e politico Horace Greeley, convinto sostenitore delle ragazze, ne era talmente entusiasta tanto da diventarne diretto protettore, introducendole negli ambienti altolocati. Sempre più persone pagavano lautamente le due ragazze in cambio di una seduta spiritica dove venivano messi in contatto con qualche familiare caro.

Le Sorelle Fox
una foto d’epoca che ritrae le tre Sorelle Fox. Kate, la più piccola, al centro; Margareth sulla sinistra; Leah, la maggiore, a destra.

 

Crisi di Coscienza e successiva confessione

Il fenomeno acquistò proporzioni immani.
Le ragazze ormai appartenevano alle classi sociali elevate. Si maritarono con personaggi influenti, riuscendo a raggiungere il benessere economico. Ma non riuscirono a tenere sotto controllo il fenomeno. Successo e fama le destabilizzarono. Entrarono in una profonda crisi depressiva ed ebbero gravi problemi di alcolismo.

In piena crisi di coscienza, rabbiose contro la sorella maggiore Leah, decisero di togliersi il peso di dosso, rivelando al mondo quella che a loro dire fu una delle più grandi truffe di sempre.

Rilasciarono un intervista ad un famoso cronista dell’epoca. Margaret fece un’apparizione pubblica alla New York Academy of Music il 21 Ottobre 1888. Alla presenza in sala della sorella Kate, davanti ad una platea gremita, rivelò come riuscivano a produrre ad arte dei colpetti che potevano essere uditi in tutto il teatro. Era infatti in grado di far schioccare le articolazioni delle dita dei piedi, emettendo un suono molto acuto simile ad un colpo dato al muro. Medici presenti, salirono sul palco per sincerarsi della veridicità di quanto affermato.

Le due bambine per prendersi gioco della madre, producevano inizialmente dei colpi alle pareti con una mela legata ad uno spago. In tenera età, poi impararono facilmente a far scricchiolare le ossa dei piedi in modo da produrre un forte rintocco senza muovere le mani. Questo perchè da bambini le ossa e i muscoli delle gambe sono talmente teneri, che con un pò di allenamento, è possibile imparare ad incastrarle in modo da produrre un suono curioso, simile ad un colpo di nocche. Un gioco che in età adulta non è più possibile a causa della rigidità acquisita.

La sorella maggiore Leah resasi conto dell’incredulità provocata dallo scherzo, incitò le bambine a continuare. Quando poi, paradossalmente, alla loro bugia del cadavere in cantina, fu effettivamente rinvenuto uno scheletro, il gioco fu fatto. Leah capi’ presto che avevano trovato un modo ingegnoso per fare lauti guadagni.
Margaret rivelò a tutti quella che altro non era che una frode.

Conseguenze dello Spirititsmo

Ma il fenomeno era ormai in atto. Lo Spiritismo aveva milioni di proseliti in tutto il mondo. Molti persone anzi, ritenevano in realtà le sorelle potenti Medium e la storia della truffa era solo un tentativo di portare infamia verso la sorella maggiore. Il fenomeno non si arrestò, arrivando al punto di li’ a poco che, centinia di persone si spacciavano per sensitivi, ricavando ottimi profitti. Tuttora, molti sedicenti personaggi, si professano maghi e sensitivi chiedendo di essere contattati dietro lauta parcella.

Il Movimento Spiritista è un ancora un movimento con un largo seguito. Esistono associazioni che diffondono nel mondo il vangelo della Chiesa Spiritista. In Nord America tra le affiliate c’è la National Spiritualist Association of Churches, nel Regno Unito è presente la Spiritualists’ National Union.

Circa un anno dopo i fatti raccontati, Kate e Margaret Fox fecero una brutta fine. Questo fu probabilmente il lato più assurdo dell’intera vicenda. Lo Spiritismo era una pratica diffusa in tutto il mondo, ma all’interno della loro cerchia di conoscenze, le due sorelle persero di credito. Tacciate di imbroglio e cialtronaggine, furono messe al bando da tutti. Finirono in povertà e evitate dagli amici di un tempo. Morirono tristemente e vennero seppellite in tombe destinate agli indigenti.

Sogni Lucidi

Quella dei “Sogni Lucidi” è un’esperienza, che un essere umano è in grado di fare mentre dorme. Nella pratica, un individuo che dorme, se sta sognando, può “prendere coscienza del fatto che sta sognando”.  Obbiettivo principale, il controllo del sogno.
Tecnicamente, il fenomeno in questione è chiamato “Onironautica“; colui che naviga nel sogno è detto “Onironauta“.

Il termine è stato ideato dallo scrittore e psichiatra olandese Frederik Van Eeden. Quello che maggiormente interessa è, soprattutto, capire se esiste la possibilità di modificare un sogno e indirizzarlo secondo la propria volontà. Questo significa, scegliere cosa sognare.

I Sogni Lucidi sono oggetto di studio di svariate aree scientifiche; sconfinano nell’occulto, nella new age, nella filosofia, in generale nella creatività. L’università di Stanford dispone attualmente di un centro che si occupa del fenomeno, il “Lucidity Institute”. Il suo fondatore, il dottor Stephen LaBerge, descrive l’esperienza come “sognare sapendo di stare sognando”. LaBerge ritiene che il fenomeno possa essere applicato alla psicologia, allo sviluppo delle idee, nel rafforzare l’autostima, nella capacità di affrontare paure e inibizioni, nel raggiungere l’armonia interiore.

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I sogni, da sempre gli uomini tentano di interpretarli. I Sogni Lucidi, sono forse un tentativo per controllarli.

Prendere controllo del Sogno

Requisito essenziale è saper riconoscere il momento in cui si sta sognando. Secondo la teoria, operazione possibile solo dopo un intenso allenamento. Esistono varie tecniche; una delle più accreditate consiste nel tenere a mente i propri sogni al risveglio. Questa è di per se, impresa ardua. Il ricordo del sogno tende infatti a svanire rapidamente. In genere vengono ricordati solo i sogni fatti poco prima di svegliarsi. Tenere un diario, permette di potenziare l’abilità del ricordo.

Il secondo passo è capire come distinguere il sogno dalla realtà. Nella fase onirica si verificano situazioni non concrete. Per riconoscerle, è necessario affidarsi alla percezione umana. Le percezioni che un individuo ha nella vita reale, sono legate alla vita reale stessa. Sono lineari, frutto di fenomeni cognitivi. Sviluppate interagendo con ciò che ci circonda. Nei sogni, le percezioni vengono stravolte. La presa di coscienza perde la propria prerogativa a vantaggio di una situazione che la percezione umana distingue come surreale. Sostanzialmente, ciò che una persona deve essere in grado di identificare, è qualcosa che ha a che fare, con la bizzarria.

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a sinistra – tenere un diario dove annotare i nostri sogni al risveglio, può essere un buon modo per allenarsi a tenerli a mente — a destra – “Il Viaggio Surreale” di Roberto Pelucco – nei sogni la percezione umana è stravolta. Ciò con cui abbiamo a che fare non è la Realtà; è la Surrealtà.

Questa è ritenuta una delle fasi più complicate. Molti individui, durante la fase di veglia, spesso non riescono a rendersi conto neppure del cosiddetto “sogno ad occhi aperti” (ad esempio quando, alla guida della propria auto, incosciamente arriviamo alla destinazione voluta). In secondo luogo perchè, sembra molto complicato riuscire a distinguere l’esperienza del sogno lucido da quella del “viaggio astrale” (argomento quest’ultimo, cui “LeggendeUrbane” darà ampio spazio in seguito). Durante il viaggio astrale una persona è in grado di percepire l’ambiente reale; nel sogno lucido ciò che ci circonda è ciò che è chiamato surreale (sublime testimonianza sono alcuni capolavori del maestro Salvator Dali’).

Tipiche situazioni bizzarre, da riconoscere durante la fase onirica sono: la mancanza pressoché totale di forza di gravità, il salto nel vuoto, rimanere sospesi per aria, non riuscire a leggere una frase o le lancette di un orologio, non mettere a fuoco oggetti, non riuscire ad urlare, non riuscire a vedere riflesso il proprio viso.

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a sinistra – una proiezione astrale, un’esperienza extracorporea, durante la quale l’anima lascia il corpo fisico e si muove in un piano astrale — a destra – il nostro viso nei sogni spesso non lo vediamo mai veramente.

Tecniche per interagire nel Sogno

Esistono varie tecniche per sperimentare un sogno lucido: dalla tecnica “RCT“, metodo del controllo sulla realtà (dove si richiede all’individuo di focalizzare insistentemente l’attenzione su situazioni che cambiano di continuo, ad esempio un orologio, il tabellone degli orari del treno, per essere cosi’ in grado durante il sogno, di prestare attenzione su ciò che cambia all’improvviso), alla tecnica “CAT“, tecnica di adeguamento del ciclo, dove si chiede di cambiare il proprio ciclo di sonno al fine di aumentare le probabilità di veglia nel momento vicino al risveglio. Esistono inoltre tecniche di induzione mnemonica (MILD), induzione per risveglio (WBTB), tecniche di induzione mediante stimoli esterni (somministrando continuamente al paziente che dorme, un audio dove viene ripetuta la frase “io sto sognando”).
Anche la Tv ha trattato questi temi nel famoso Horror di Wes Craven, “Nighmare” e nel thriller fantascientifico di Chirs Nolan, “Inception”.

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Locandina di “Nightmare – Dal profondo della notte” – Il famoso film horror di Wes Craven, datato 1984 e basato sul personaggio immaginario del signore dei sogni, Freddy Kruger, tratta proprio il tema dei Sogni Lucidi.

Considerazioni

Molti ritengono i sogni, un messaggio esoterico. In passato i sogni erano considerati messaggi degli dei, previsioni del futuro. All’inizio del XIX° secolo, con l’avvento della psicologia, i sogni iniziarono ad essere studiati. L’Universo Onirico divenne argomento di studio. Il grande Sigmund Freud fu il primo a diffondere l’idea che i sogni non possono essere interpretati se non con un diverso approccio. Secondo Freud i sogni nascondono complessi meccanismi psicologici, parte integrante dell’inconscio. Prendevano piede teorie secondo le quali i sogni portassero messaggi nascosti e concettualmente, il modificarli, significava modificare la realtà. Teorie in parte fantascientifiche probabilmente.

Negli anni ’70, gli scienziati Allan Hobson e Robert McCarley svilupparono una teoria secondo la quale i sogni lucidi hanno origine nell’attività tronco encefalica. Sono quindi un tentativo di dare ordine alla enorme mole di informazioni ricevute durante il giorno. Gli anni novanta, portano le neuroscienze a considerare i sogni lucidi una sorta di “cognizione spontanea”.

Le moderne tecniche di neuropsichiatria definiscono in modo ancora più chiaro come i sogni lucidi non siano misteriosi messaggi provenienti dall’inconscio, ma una forma di processo cognitivo nel quale si consolida la memoria e simulano gli eventi che la mente umana vorrebbe si realizzassero in futuro. In pratica è il cervello che produce un processo in base alle proprie emozioni.

Certamente sarebbe affascinante pensare ai sogni come a messaggi legati al proprio destino. La NeuroScienza, trattando i Sogni Lucidi, è riuscita a dare credito ad un fenomeno che per qualche tempo si credeva impensabile. E questo per la scienza è un grande traguardo.

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